"Il Mondiale U20 mi ha fregato" cit

Cosa hanno in comune Vladimir Bessonov, Diego Armando Maradona, Romolus Gabor, Geovani, Paulo Silas, Robert Prosinecki, Bismarck Barreto Farias, Emilio Peixe, Adriano Gerlin, Caio Ribeiro, Nicolas Olivera, Seydou Keita, Javier Saviola, Ismail Matar, Lionel Messi, Sergio Aguero, Dominic Adiyiah, Henrique Almeida, Paul Pogba, Adama Traore e Dominic Solanke?

Di certo non la carriera e i risultati sportivi.
Sono i migliori giocatori del Mondiale U20 dalla prima edizione (1977) all'ultima che si è conclusa (2017). E la maggior parte di loro ha ingannato i più. Ma non solo loro, anche tanti dei loro colleghi che hanno alzato la Coppa del Mondo U20 poi hanno tradito le attese dopo aver fatto innamorare grandi numeri di tifosi allo stadio o da casa.
Adiyiah premiato come Pallone d'Oro e Scarpa d'Oro del Mondiale
Quante volte abbiamo sentito dire la famosa frase "questa è la volta delle africane"? Bene è successo nel 2009 con un travolgente Adiyiah, capace di vincere il premio come capocannoniere e miglior giocatore del torneo. Qualcuno sarebbe capace, senza andare su Wikipedia o Transfermarkt, di raccontare la sua carriera? Io ricordo solo il suo acquisto da parte del Milan e il suo colpo di testa parato da Suarez all'ultimo minuto dei supplementari nel Mondiale dei grandi, quello di Sudafrica 2010, per poi sbagliare l'ultimo rigore nella serie finale. Ma il discorso potrebbe valere pari pari per buona parte dei giocatori sopra citati.

E l'affermazione tipica di chi si lancia in una full immersion del Mondiale U20, si innamora di qualche giocatore che poi scompare dai radar è esattamente quella che leggete nel titolo: "Il Mondiale U20 mi ha fregato".
Sì, perchè tolta l'Argentina, che quando arriva a vincere proponendo il miglior giocatore lo fa in grandissimo stile (siamo d'accordo sul conoscere tutti Maradona, Saviola, Messi e Aguero e le rispettive carriere?), le altre vincitrici hanno spesso proposto giocatori da exploit che si sono poi impantanati tra campionati di basso livello e serie minori, leggere i nomi dei brasiliani per credere.

Prendo per più comoda e semplice esperienza diretta ad esempio le ultime 4 edizioni, dal 2009 al 2017, escludendo quella ancora in corso. Non vi parlo della rosa dell'Italia, perchè sarebbe come sparare sulla croce rossa, tolti Bonaventura e Albertazzi, è difficile ricordare la carriera degli altri, e per quanto riguarda Albertazzi permangono i dubbi. Basti pensare che i leader di quella squadra erano il numero 10 Sciacca (ex Catania) e Raggio Garibaldi presentato come enfant prodige del Genoa, 2 presenze in Serie A, 36 in Serie B e poi una carriera tra Lega Pro e Serie D (Grazie Wiki).

Ma nel 2009 in Egitto chi non si è innamorato di un ragazzo dinoccolato con la maglia numero 11 del Brasile? All'anagrafe Paulo Henrique, noto a tutti come Ganso. Discreta carriera, ma mai ai livelli prospettati. E come lui i suoi compagni Toloi, Texeira e Giuliano. Con loro anche un giovanissimo Douglas Costa che ruba l'interesse dello Shaktar Donetsk che se lo porta in Ucraina, in coppia con Alex Texeira. Quello egiziano però è anche il Mondiale del Ghana, la prima africana a portarsi a casa il titolo e con la sensazione di poter aprire un ciclo vincente, confermato anche dal terzo posto di quattro anni dopo battuti dalla Francia di Pogba.
Faccio ammenda e ammetto che ho creduto nelle possibilità di Adiyah, di Badu, di Andrè Ayew (edizione 2009), di Assifuah-Inkoom, di Baba, di Duncan, di Boakye e Attamah (edizione 2013).
Se serve internet per vedere dove sono finiti, non vi preoccupate, io li ricordo perchè erano i miei primi acquisti su Football Manager nei primi mesi post Mondiale, ma li ho completamente persi di vista.
Ngando in azione al Mondiale 2013
Ma non solo dall'Africa o dal Sudamerica (o dall'Arabia Saudita che tutte le volte ne portano uno che sono certo possa esplodere) arrivano le meteore mondiali, nel 2013 mi sono follemente innamorato del 10 francese, Axel Ngando, che ricordo al Bastia qualche stagione fa, quattro anni dopo mi hanno rubato il cuore Nkunku e Boscagli, forse su di loro ancora speranza c'è. O che dire di Srdan Babic e Andrija Zivkovic della Serbia campione 2013 (in quella squadra c'era anche Milinkovic Savic) che ancora oggi non hanno mantenuto le aspettative? O degli inglesi, dominatori due anni fa, che dal 2017 di quei 23 hanno visto fare il salto solo a Maitland-Niles, Lookman, Solanke e Calvert-Lewin?

Potrei andare avanti a snocciolare nomi di ragazzi che durante il Mondiale mi hanno tenuto attaccato alla televisione e sui quali ho fantasticato un paio di sessioni di mercato, tenendoli d'occhio poi per tutta la stagione successiva. Salvo infine richiuderli in un cassetto, tutte le volte dicendo "Il Mondiale U20 mi ha fregato, la prossima volta starò più attento". Ben sapendo che tanto non sarà così.
Perchè sono 6 anni che continuo a chiedermi perchè diavolo Giorgian Danel De Arrascaeta Benedetti mi ha tradito e non ha fatto il salto che mi aspettavo da lui (oggi gioca al Flamengo con Gabigol)
Eppure continuerò a cullarmi nell'idea che in questa edizione 2019 ho visto almeno 15/20 giocatori che faranno parlare di loro nei top team nei prossimi 10/15 anni.

Salvo poi dire, come sempre mi è capitato, "Il Mondiale U20 mi ha fregato".
E caro Mondiale, bravo, perchè ci sei riuscito anche sta volta.
Share on Google Plus

About Matteo Vismara

This is a short description in the author block about the author. You edit it by entering text in the "Biographical Info" field in the user admin panel.
    Blogger Comment
    Facebook Comment

0 commenti:

Posta un commento