La beffa finale: la Fiorentina trova il pareggio al 90', il #MilanPrimavera retrocede in Primavera 2#FiorentinaMilan 1-1 pic.twitter.com/Qr3S4DMO0T— ACMilan Youth Sector (@acmilanyouth) May 25, 2019
E infatti credo che la politica societaria sarà di continuare a lavorare in silenzio, questa volta mettendo mano al settore giovanile.
Ma a volte il silenzio è giusto che a romperlo siano gli esterni, se gli interni non vogliono o non possono farlo. E' giusto che si cerchi di ricapitolare gli ultimi 24 mesi, passato in mezzo a due passaggi di proprietà, ad un cambio di direzione tecnica dopo svariati anni di gestione Galli e ad una diaspora estiva che ha lasciato principalmente punti di domanda.
Troppo facile trovare un colpevole, ancora più facile trovarlo nella coppia Mirabelli-Beretta che di certo non hanno lasciato una grande impronta, nè ricordo nel mondo Milan. Non solo facile, ma anche comodo, perchè ovviamente troverebbe terreno fertile sui social. Come potrebbe diventare semplice fare lo stesso con Leonardo, del quale si vociferano sempre più le dimissioni.
Ma non mi unirò a questa caccia all'uomo infondata, perchè ho speso tempo, energie e risorse per seguire questi ragazzi negli ultimi due anni. Con alcuni sono anche diventato amico.
Negli ultimi due anni sono successe talmente cose che forse non tutti sono riusciti a rimanere al passo con le novità, i cambiamenti e le scelte, piccole e grandi, a livello organizzativo e sportivo che hanno sballottolato, e non poco, il settore giovanile.
Quello che trova la nuova proprietà cinese è un settore giovanile che ha come meraviglioso obiettivo primario, per linee guida dettate da Filippo Galli, di creare prima degli uomini e poi dei calciatori. Con Galli c'è Mauro Bianchessi che nel tempo è passato da essere uno scopritore di giovanissimi (Locatelli lo porta lui nel passaggio da Bergamo a Milano, così come due giovanissimi Tsadjout e Gabbia) ad assumere sempre più potere, ma ad avere una figura ibrida con un ruolo non del tutto chiaro. La dirigenza cinese sceglie per un unico responsabile di tutto il settore giovanile: la scelta cade su Galli con Bianchessi che diventa il responsabile del settore giovanile della Lazio.
Allo stesso tempo però è un settore giovanile storicamente "perdente", la primavera ha in bacheca un campionato e due Coppa Italia, l'ultima vinta nel 2010 con in panchina Stroppa e Verdi leader tecnico. Ai 3 trofei di stagione si aggiungono 7 Tornei di Viareggio, ultimo 2014 con Inzaghi in panchina, quasi a sottolineare che fin dalla primavera piace di più la coppa internazionale, ma è poco, pochissimo. Va un po' meglio nelle annate precedenti, ma molto spesso si fanno buoni risultati facendo alzare poi il trofeo a qualcun altro. Tranne l'anno dell'arrivo cinese: a fine giugno 2017, l'Under 16 di Mister Lupi vince il campionato strapazzando in finale la Roma 5-2.
Nonostante gli U16 neo Campioni d'Italia, l'addio della "meravigliosa annata dei '98" (Cutrone, Locatelli e zero risultati) e l'arrivo di un'annata, i '99, considerata di livello più basso non ci si fa prendere la mano per anticipare i tempi. Si interviene in grande stile: dopo anni di zero investimenti per la primavera, arriva Gattuso come allenatore e vengono acquistati Tiago Dias, Sergio Sanchez, Bargiel, Strand Larsen. Alla fine solo i due attaccanti risulteranno realmente utili alla causa.
La struttura ad una testa direzionale del settore giovanile funziona di pari passo con la squadra di Rino, qualche fatica all'inizio, ma poi si marcia.
E si arriva al primo errore fondamentale: Montella viene esonerato, il sostituto scelto è Gattuso e parte il toto nomi per la seconda panchina rossonera. In prima battuta si prova, invano, a convincere Gigi Riccio dopo di che si punta alla sostituzione interna e la scelta ricade su Alessandro Lupi, l'allenatore dell'U17 e fresco di Scudetto U16. Iniziano con questa scelta le prime frizioni tra Mirabelli e Galli perchè il responsabile del settore giovanile reputa Lupi ancora troppo giovane per la primavera, mentre per Mirabelli è la scelta più logica anche in vista dell'anno successivo.

Nel mezzo, con la prima squadra a Londra per la partita di Europa League l'imbarazzante acquisto di Nathan Soares, negato anche a dispetto della foto comparsa sui social e confermato poi nelle ore successive. Operazione talmente fallimentare che oggi Soares fa il DJ.
Le crepe tra Mirabelli e Galli iniziano a diventare sempre più grandi anche relativamente alla visione sportiva: Galli vuole che la crescita personale arrivi prima dei risultati di squadra, Mirabelli, che arriva dal settore giovanile interista, invece, vuole puntare a risultati immediati anche a fronte di qualche comportamento non proprio maturo da parte dei giovani nei momenti "extracurricolari".
L'attuale ex DS chiama quindi Mario Beretta che arrivava da un meraviglioso biennio a Cagliari dove ha rivoltato il settore giovanile come un calzino, con la promozione in Primavera 1 ottenuta al primo colpo e e la semina per la raccolta dei frutti con il settimo posto nel campionato appena terminato.
Si vorrebbe ricomporre una struttura a due teste con Beretta responsabile generale del settore giovanile e un ruolo più ridotto per Galli, che non condivide la proposta e rinuncia al ruolo. Madornale errore permettere a Filippo Galli di andarsene, perchè la rivoluzione che hanno in mente i dirigenti del Milan cinese è profonda e ha bisogno di più tempo. Una parte dell'organico viene spostato per integrare la nuova struttura che va a dirigere il neonato Milan femminile, l'altra viene riorganizzata completamente con Beretta a capo di tutto e il progetto di creare la squadra B da iscrivere al campionato di Serie C che prende corpo con addirittura Marco Simone con un precontratto pronto a diventare ufficiale all'autorizzazione della Lega a iscrivere la squadra. A tutti i ragazzi viene quindi chiesto di rimanere al Milan per giocare nella seconda squadra.
In questa trasformazioni si inserisce il secondo cambio di proprietà in 16 mesi. Il Milan diventa del fondo Elliott e tutte le pratiche del settore giovanile passano sul tavolo di Scaroni, per la parte burocratica, e di Leonardo, per la parte sportiva.
La prima decisione è quella di chiudere alla possibilità della squadra B, decisione che viene presa ai primi di agosto, con il mercato in chiusura il 15.
E qui iniziano le gatte da pelare per Leonardo che non ha tempo da spendere per la primavera, visto che con Maldini sta costruendo la squadra da consegnare a Gattuso. Fatto sta che si fanno male i conti, nel giro di 10 giorni vanno via i tre fuoriquota dell'anno precedente (Dias, Llamas e El Hilali), cinque ragazzi che avrebbero potuto essere fuoriquota questa stagione (Murati, Pobega, Forte, Sinani, Gabbia), due ragazzi ancora in età da campionato primavera (Bellodi e Sportelli) e uno per espressa volontà del giocatore (Campeol) per i cattivi rapporti con mister Lupi. Dei '99 rimangono solo Tsadjout e Torrasi che poi vivranno entrambi la loro peggior stagione, falcidiati dagli infortuni.
Oltre ai due fuoriquota la squadra di Lupi ha in Capanni, Brescianini, Bellanova e Merletti gli unici con esperienza del campionato primavera. Gli altri sono quasi tutti 2000 o 2001 alla prima esperienza. Ci sarebbe anche Plizzari, che però dopo l'esperienza a Terni non vuole tornare in primavera nonostante non si sia riusciti a trovargli un prestito per farlo giocare.
L'inizio è disastroso con due imbarcate (Roma e Atalanta), le partite contro Juve e Inter perse nel recupero e una sfilza infinita di sconfitte e di infortuni, Merletti si fa male all'esordio, dopo 20', a Napoli e rientra solo a metà dicembre.
In società arrivano poi Gazidis e Moncada. Si punta a costruire una struttura quasi autonoma per il settore giovanile, con un responsabile generale (Beretta), un capo osservatore (Luxoro) con un paio di osservatori dedicati e una struttura organizzativa che riporti poi ai responsabili dell'area tecnica. Ma qui c'è il primo momento di incomprensione, nonostante la squadra non riesca a fare risultato, nessuno prende la situazione a due mani e decide per l'esonero di Lupi che arriva solo al 23 di dicembre dopo 8 punti in 13 partite e la sconfitta, l'ennesima, contro l'Udinese in casa in rimonta.
Il Milan a Natale è ultimo in classifica.
I casting per la sostituzione durano poco, unico diktat: deve avere esperienza tra i professionisti.
Ci sarebbe Marco Simone ancora libero e che scalpita per entrare ufficialmente nel Milan, ma si sceglie Federico Giunti, allenatore esonerato dal Perugia nell'ultima esperienza tra i pro.
L'impatto a livello sportivo e di ambiente è decisamente positivo. I ragazzi vivono il campo e l'allenamento in modo molto più sereno. Per tentare una rimonta salvezza che appare comunque complessa, vengono presi dal mercato Tiago Djalo (presentazione del giocatore) e Leroy Abanda (presentazione), mentre viene fatto sapere che Raoul Bellanova non ha intenzione di rinnovare il suo contratto in scadenza e, dopo lo scalpore creato dalla foto fatta con Cristiano Ronaldo e Chiellini di sfondo, viene trovato l'accordo per la cessione con il Bordeaux, con il ragazzo che rimane però al Milan in prestito fino a giugno.
Manca forse anche qualcosa davanti, ma il buon momento di forma di Capanni e Maldini copre le difficoltà per buona parte della rincorsa salvezza.
Nelle successive 17 partite il Milan di Giunti colleziona 23 punti, un ritmo che avrebbe tranquillamente permesso di arrivare a ridosso della quota playoff (Chievo a 43) e invece non basta.
Il rigore di Capanni sbagliato nello 0-0 contro la Sampdoria e il gol di Pierozzi al 90' contro la Fiorentina per l'1-1 finale condannano il Milan primavera ad una storica retrocessione.
Questo il risultato del campo, fallimentare, poi c'è quello della Giustizia Sportiva.
Perchè il Palermo è in attesa della decisione della Cassazione in merito alla retrocessione in Serie C della prima squadra. Nel caso in cui venisse confermata questa decisione, la primavera del Palermo scomparirebbe dando un'ultima speranza al Milan di giocarsi la permanenza nel doppio playout contro il Genoa.
A prescindere da questo cambierà ancora il responsabile tecnico del settore giovanile, dopo un anno e mezzo travagliato e pieno di difficoltà lascerà Mario Beretta. Il nome forte per il suo sostituto rimane quello di Angelo Carbone, già osservatore rossonero, anche se negli ultimi giorni ha preso con forza piede l'idea di affidarsi a qualcuno con maggiore esperienza nel ruolo.
Nelle prossime settimane verranno fatte tutte le scelte in merito, per provare a rimettere in piedi un settore giovanile che ha visto tante mani lavorarci negli ultimi anni, ognuno andando per conto suo senza tentare la via della cooperazione. Con il risultato sotto gli occhi di tutti.
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