Sogni infranti, quando dalla primavera alla prima squadra è troppo

Citando Saw l'enigmista "voglio fare un gioco" con voi. Chiudete altre pagine o, almeno, concentratevi su questa che state leggendo. Il gioco è molto semplice, come con le figurine, da una parte "celo" quei nomi che in qualche modo vi dicono qualcosa, "manca" quelli per i quali il buco è nerissimo. E se volete alzare la difficoltà, per ogni celo, provate a ricordarvi dove lo avete incontrato per l'ultima volta.

Ne mancano tanti, tantissimi e parecchi che alla fine, in qualche modo, ce l'hanno comunque fatta, poi ci sono loro: le grandi speranze. Ecco perchè non troverete riferimenti a Simone Del Nero o a Mourand Meghni o ad Antonino La Gumina o a Michelangelo Albertazzi o Matteo Bianchetti.

Samuele Longo
E' una provocazione, ovviamente, ma non troppo. All'alba dei 27 anni si fa sempre più forte il rischio che sia stato solo un bellissimo bluff, con due stagioni ai livelli realizzati che ci si aspettava dalla sua carriera. Peccato che siano venuti in Segunda Division tra Girona e Tenerife. Esordio con l'Inter nel 2012, poi 9 squadre in 7 anni. E' tornato a vestire nerazzurro da un paio di settimane terminato il prestito alla Cremonese, ma la sensazione è che questo ragazzo non riuscirà mai a raggiungere il livello di fama che ha raggiunto il Valdobbiadene, il vino della sua terra. Anche perchè, a differenza del prosecco, la sua carriera è stata fermissima e difficilmente migliorerà invecchiando.



Salvatore Foti
Questo è facile, soprattutto per i tifosi di Sampdoria e Milan: è nello staff tecnico di Giampaolo dal 2016. Si è ritirato a 27 anni a causa di un fisico che non ha aiutato quella che doveva essere la sua vertiginosa e inarrestabile esplosione. A 17 anni già in Serie A con la Sampdoria, dopo aver stregato tutti nelle giovanili dell'Acireale, con un brevissimo passaggio a Venezia, qualcuno azzarda addirittura a paragonarlo ad Ibrahimovic. Non raggiungerà mai le vette di Zlatan, ovviamente, ma non arriva nemmeno ai piedi della montagna da scalare per avere una grande carriera. Vive una carriera in prestito facendo la spola tra Genova e il resto dell'Italia dei campionati minori e appena sembrava essere pronto a prendersi almeno qualche rivincita, a Lecce, le ginocchia non hanno retto. Da lì non è più rientrato, ha provato ad andare in Svizzera, a Chiasso da Zambrotta, ma non ha mai visto il ritorno in campo. E nel 2015 ha detto, definitivamente, basta.

Guido Marilungo
Prendere Foti, fare copia e incolla, sarebbe facilissimo e allo stesso tempo non andrei lontano dalla realtà, ma voglio aggiungerci il carico da 90, è uno dei leader (insieme a Fiorillo e Poli) della Sampdoria primavera che nel 2008 vince Campionato e Coppa Italia, è il Golden Boy del Torneo di Viareggio 2009 e nel 2010 Don Balon lo inserisce tra i 100 giocatori più forti nati dal 1989.
Ora prendete un bell'ago e scoppiate il pallone di aspettative che questo ragazzo ha creato intorno a sè. Tre stagioni in carriera in doppia cifra, di cui una al primo anno vero tra i pro a Lecce in Serie B (13 gol). Ha chiuso gli ultimi due anni raggiungendo i 10 gol prima a La Spezia in Serie B, poi a Terni in Serie C, dove ha deciso di fermarsi. Per quello che sembrava essere un crack assoluto, una carriera ben al di sotto delle peggiori aspettative.

Riccardo Fissore
Ha 39 anni, ufficialmente non si è ancora ritirato, ma già da 3/4 anni, ormai, gioca tra la Serie D e le categorie inferiori. A chiudere una carriera che lo ha visto protagonista in ogni palcoscenico tranne quello che ci si aspettava da lui: la Serie A.
Difensore promettentissimo del settore giovanile del Torino, fa innamorare di sè l'Inter che lo compra nel 2000, lo fa esordire in Coppa Italia e poi non lo vedrà più. Passa la maggior parte della sua carriera a Vicenza (oltre 160 partite in 6 anni) tra Serie B e Serie C. I nostalgici probabilmente si ricorderanno della sua figurina divisa in due o in 3 che attaccavi all'album. Gli appassionati di Serie B o Serie C avranno ben presente il giocatore. Tutti gli altri, probabilmente, non sapranno nemmeno che faccia ha.

Andrea Russotto
Il nuovo Gianfranco Zola, così lo avevano dipinto in tanti. E nel 2007 il magazine inglese World Soccer lo aveva inserito tra i 50 giovani più interessanti del panorama internazionale. Qualche nome a fargli compagnia in quella lista? Kroos, Aguero, Ozil, Pato, Bale e Sanchez.
Nelle giovanili della Lazio sembrava essere un giocatore "insensato", troppo più forte degli altri, soprattutto tecnicamente. Poi lo scandalo relativo alle pressioni subite da parte di Alessandro Moggi per legarsi alla GEA e la fuga in Svizzera a Bellinzona. Un anno e poi torna in Italia, a Treviso. Esplode, o almeno così sembra. Lo compra il Napoli che lo manda in prestito in giro per l'Italia. Stagioni di alti e bassi fino all'ultima, quest'anno, in Serie C con la Sambenedettese.
Per uno che ha fatto tutta la trafila delle Nazionali minori, compresa quella Olimpica, non un bel modo per chiudere la propria parabola di carriera.

Silvano Raggio Garibaldi
E' il 2007, il Genoa primavera di Vincenzo Torrente vince il Torneo di Viareggio e in mezzo al campo comanda un biondino che la maggior parte degli addetti ai lavori definisce come tra i più promettenti di tutto il panorama italiano. Inizia ad allenarsi con la prima squadra e Gasperini lo fa anche esordire in un Genoa-Torino di metà girone di ritorno. Sembra l'inizio di una grande carriera. Sembra, appunto. Perchè quello rimarrà il punto più alto della sua carriera. Ha girovagato tra la Liguria e la Lombardia di provincia in Serie C, oggi gioca a Como, ha appena conquistato la promozione dalla Serie D e si prepara ad un altro campionato in quella che è diventata la sua categoria. Nonostante le premesse iniziali fossero ben diverse.

Francesco Grandolfo
Il primo giocatore del Bari a segnare una tripletta in trasferta, il più giovane triplettista barese. Basterebbe questo, aggiungiamoci che l'ha fatto alla terza presenza in Serie A e siamo davanti ad un attaccante che ha tutto per sfondare. E invece la sua carriera finisce, sostanzialmente, lì. A quei tre gol segnati a Viviano al Dall'Ara di Bologna. Su di lui ci ha creduto la squadra sbagliata, una squadra con estrema difficoltà a lanciare i giovani nella mischia: il Chievo.
Torna al Bari e poi in prestito a Tritium e Savona. Dal giorno dopo della tripletta al 30 giugno 2014 i suoi gol complessivi in campionato sono stati 2.
Per ricominciare a segnare davvero come faceva in primavera deve andare in Serie D alla Correggese. Dopo Fidelis Andria, Virtus Bassano e Virtus Verona, è da poco diventato il nuovo attaccante della Vis Pesaro. A 27 anni anche per lui il treno di una carriera di alto livello è passato e con ogni probabilità non tornerà più.

A fondo potremmo anche mettere una postilla su Vincenzo Sarno, pagato 120 milioni di lire a 11 anni dal Torino, per poi andare a Roma e venire svincolato in 3 anni. Oggi gioca a Catania, ma dopo l'infatuazione del Toro per lui non ha mai dimostrato di essere pronto per quel salto che in tanti si aspettavano.
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About Matteo Vismara

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3 commenti:

  1. Ciao! Scusa se scrivo qui..
    Ho letto che hai visionato il Milan Primavera..ma Jungdal?giocherà dell'under 18? Moleri è così stimato in casa rossonera? Come hai visto Guarnieri e Michelis? Immagino quella di oggi possa essere la formazione titolare salvo Tahar e Abanda..grazie e scusa l'off topic.

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    1. Ciao, Milan primavera l'ho vista nell'ultima amichevole.
      Jungdal non so perchè non ha giocato, come non ha giocato Lillo Guarneri.

      Moleri era il portiere dell'U18, non so come mai della scelta di formazione.
      Michelis invece bene da centrale di difesa e credo che i titolari saranno lui e Merletti con Tahar in panchina.
      Di Abanda non ho nessun tipo di notizia.

      Vediamo come si conclude il mercato prima di dare una formazione più o meno ufficiale.

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    2. Grazie mille :)
      Mi aspettavo un mercato "più aggressivo" per potenziare la primavera, anche se pure qui avevamo da sistemare diversi giocatori.

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