E probabilmente quando ha scritto queste due strofe non pensava ad Ante Rebic, il più grande antieroe del Milan attuale.
L'antidivo per eccellenza, l'uomo che in vacanza, per spassarsela, va in quad per i boschi intorno ad Imotski "dove se muori non ti trova nessuno". Così raccontava Rebic a SportWeek un anno fa, alla meravigliosa penna di Fabrizio Salvio. E non trovo un valido motivo per non crederci.
Schivo sui social, meno appariscente dei suoi compagni, dentro e fuori dal campo, è la perfetta definizione dell'antidivo, del letterario e cinematografico aiutante. Non è a lui che affidi i sogni di gloria, le tue speranze, ma sai che ci sarà, che lavorerà per due, che se cercherai tra le pieghe della partita, nei momenti di fatica, a pulire qualche pallone dalla spazzatura, lo troverai. Sempre. E sempre con quella foga che lo contraddistingue, quel furore agonistico in campo contrasta con il suo carattere al di fuori del rettangolo verde. Un uomo di fatica e qualità a disposizione della classe dei compagni, solido, essenziale, ma per questo maledettamente efficace nel suo modo di giocare.
E se il Milan mette in copertina i grandi vecchi Ibra e Giroud e la classe sbarazzina di Rafa Leao senza perdere equilibrio è anche grazie a questo ragazzone di Spalato (e della sua controparte Saelemaekers) che si trova perfettamente a suo agio nel ruolo di Robin. Un ruolo che spesso lo rende sottovalutato agli occhi dei più, ma che ha tutto un altro valore davanti ai numeri: 25 gol e 15 assist in 68 presenze in rossonero. Coinvolto in un gol del Milan ogni 1,7 partite. Silenziosamente, alle volte sotto traccia, ma decisamente strabordante quando si tirano le somme. La spalla perfetta.
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L'esultanza all'1-2 di Diaz/ ACMilan |
Il piacere di mandare in gol i compagni che diventa maggiore del piacere stesso di fare gol, quel suo carattere schivo e riservato che compare anche nel momento più alto del calcio. Quasi a voler schivare i riflettori, a potersi permettere il lusso di lasciarsi andare quando la luce più grande è sull'esultanza di qualcun altro.
Da Robin a Batman -
Ci sono però momenti in cui i riflettori fanno il loro giro, lungo, quasi infinito, senza riuscire a concentrarsi su nessuno e allora Ante è chiamato a svestire i panni di Robin e a mettere, quasi controvoglia, quelli di Batman. Quelli del supereroe.
E questo schivo iperagonista sa bene quando prendersi la scena, far alzare il sipario e guadagnarsi il riflettore centrale: nei big match.
Tanto in campionato quanto, all'esordio, in Champions League. Più la partita è importante più Rebic, con la sua faccia spavalda, quasi disinteressata, di inizio partita, entra in campo per spaccare l'equilibrio. È successo a Liverpool dove ha segnato il pareggio e fornito a Theo Hernandez l'assist, poi trasformato in gol da Brahim, del momentaneo vantaggio del Milan, dopo 7 anni di assenza rossonera dalla Champions League. È successo, soprattutto, tante volte in campionato.
La partita scotta, Rebic c'è: Juventus (3 gol e 1 assist), Lazio (2 gol e 3 assist), Roma (2 gol), Inter (1 gol) e Napoli (2 assist). Più la posta in palio è alta più aumentano le possibilità di vederlo protagonista.
La partita scotta, Rebic c'è: Juventus (3 gol e 1 assist), Lazio (2 gol e 3 assist), Roma (2 gol), Inter (1 gol) e Napoli (2 assist). Più la posta in palio è alta più aumentano le possibilità di vederlo protagonista.
mi hai gasato e caricato!
RispondiEliminaBravo Matteo descrizione perfetta.
RispondiEliminaAnte mi gasa un sacco!!!!