Si ripaga con le magliette
Nemmeno Messi, del quale sembra siano state vendute oltre ottocento mila maglie solo nella prima giornata successiva al suo arrivo al PSG. Parigini che, con buona probabilità, vedranno il numero di maglie numero 30 vendute raggiungere il milione e mezzo a fine stagione, perchè, come sempre accade, i primi giorni di un nuovo acquisto sono quelli dell'impennata di vendita, salvo poi tornare all'interno di un trend e di volumi di vendita usuali.
😱 INCREÍBLE: En las primeras 24h, se han vendido 832.000 camisetas del #PSG con el ‘Messi 3️⃣0️⃣’.
— Pipe Sierra (@PSierraR) August 12, 2021
💰 El año anterior le compraron 1.1M al club parisino.
👀 Si se venden 7.2M de unidades, se paga el salario del argentino. pic.twitter.com/xIoo4vZ54M
Accordi commerciali - La domanda a questo punto sorge spontanea, ma se vende oltre un milione di maglie a 100€ ciascuna, superiamo abbondantemente i cento milioni solo dalla vendita delle divise. Vero, ma quei soldi non entrano, integralmente, nelle casse del club, anzi, spesso ne entrano una parte minimale.
Il primo motivo è il più semplice: il club non fa da produttore e rivenditore primario. Non è il club a produrre, su ampia scala, la propria maglia da gioco e non è il club che si occupa della distribuzione e vendita della stessa. Se le società riuscissero in qualche modo a centralizzare tutte queste attività, allora sì i ricavi da vendite di merchandising vedrebbe una netta impennata, ma nel breve lo vedrebbero pure le spese che aumenterebbero a dismisura per l'acquisto di macchinari e spese logistiche. A tutto questo serve lo sponsor tecnico.
Ma è anche alla luce di questo sponsor che non si può parlare di magliette che permettono di rientrare integralmente nelle spese di calciomercato. Perchè gli accordi di sponsorizzazione tecnica sono molto simili tra loro, spesso speculari nelle loro voci. A cambiare sono le cifre e le percentuali. I milioni che lo sponsor tecnico si impegna a pagare alle società all'inizio della stagione sportiva è anche la soglia prima della quale non c'è alcun tipo di revenue per i club sulla vendita di merchandising. Sono spesso cifre basate su stime di volumi di vendita che gli sponsor garantiscono subito ai club, con la convinzione di poterci rientrare attraverso la vendita di tutti i prodotti con logo del club. Anche in questo caso parliamo però di guadagno per le aziende sportive, quindi i calcoli saranno differenti da uno sponsor all'altro a seconda di quanto sia il netto da singola maglietta.
Una volta superata questa soglia, i club hanno diritto ad una percentuale, mediamente tra 10-20%, su tutto il volume di guadagni che supera la soglia economica dell'accordo commerciale.
E così, secondo i calcoli del giornalista Pipe Sierra, per fare sì che il PSG possa pagare attraverso le magliette l'ingaggio di Messi, dovrebbe vendere circa 7 milioni di magliette, quando normalmente ha un volume di vendite annuale di poco superiore al milione.
Per pensare all'enormità del numero di magliette necessarie, basti pensare che la società che ha venduto più magliette di media annua nell'ultimo quinquennio è il Manchester United con circa 2 milioni. Meno di un terzo di quelle che avrebbe bisogno il PSG per pagare un anno di ingaggio di Messi.
Certo Messi ha permesso, e permetterà, alla società francese di fare un notevole salto verso l'alto nella classifica delle magliette vendute che ad oggi vedeva superare il milione di pezzi all'anno solo al Manchester United, Barcellona, Real Madrid, Bayern Monaco, Chelsea e appunto PSG, con Manchester City e Liverpool molto vicine alla fatidica soglia.
La società italiana che vende di più è la Juventus che, anche grazie a Ronaldo, ha stabilmente superato il mezzo milione da un paio di stagioni a questa parte.
Tutto questo per dire che comprare grandi campioni aiuta a vendere magliette, ma le magliette non aiutano a comprare grandi campioni. A quello devono pensarci i risultati sul campo e gli accordi commerciali.
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