Monaco, Wolfsburg e Dynamo Kiev. Italiane alla caccia dell'Europa.

Erano sei, sono rimaste in tre. Le italiane agli ottavi europei, Champions o Europa League, erano partite, appunto, in sei, con un derby fratricida. Ora rimangono Juventus, Napoli e Fiorentina.

La Juve, unica superstite in Champions, ha stupito per come ha giocato a Dortmund. Contro un Borussia lontano parente della squadra che è arrivata fino in finale nel 2013, bisogna dirlo, ma pur sempre imbottito di campioni e nello stadio di casa. 0-3, sonoro, secco. Indiscutibile. Lezione di calcio alla banda Klopp dal primo all'ultimo minuto. E nessuno dica più che quel campione di Tevez non segna e non è decisivo in Europa. Doppietta e assist, anche nella notte in cui si fa male Pogba.
E alla fine l'urna potrebbe aver dato una spinta verso la semifinale ai bianconeri. Il passaggio del turno riporterebbe la Vecchia Signora nelle Fantastiche 4 del continente, cosa che manca da quasi 10 anni. Ma prima bisogna affrontare il Monaco, rimaneggiato in estate con gli addii di Falcao e James e ora ancora in corsa su tutti i fronti. La differenza l'ha fatta l'allenatore, Jardim, che dopo aver riportato lo Sporting Lisbona in Champions ha deciso di affrontare la sfida nel Principato.

I monegaschi, che non timbravano il cartellino di presenza ai quarti dal 2004, finale persa contro il Porto di Mourinho, hanno buttato fuori l'Arsenal di Wenger con una grande prestazione a Londra e subendo il ritorno inglese in Francia. Insieme al Porto era, almeno sulla carta, la squadra più abbordabile tra le 7 possibili avversarie, ma arrivati a questo punto non si può sbagliare.
Allegri ha portato un'altra idea di calcio, più europea, rispetto a Conte e i risultati si vedono, soprattutto in Champions, dove i cali di tensione sono stati contenuti al minimo.
Ma la reputazione che si è costruita la squadra di Allegri in Europa è alta, come dimostra la reazione dei giocatori monegaschi al momento del sorteggio. (video sopra) Vietato pensare di aver già passato il turno. Sarebbe un peccato capitale. Ma porsi come obiettivo la semifinale, un anno dopo la semifinale di Europa League, non sembra utopia. E poi da lì può succedere davvero di tutto.

Le parole di Benitez in vista della fine del campionato/Twitter
Napoli e Fiorentina sono invece chiamate a fare la voce grossa nell'Europa minore, quella che, però, da un pass diretto in Champions alla vincitrice. Quindi perchè non farci un pensiero, viste soprattutto le difficoltà ad arrivarci attraverso il campionato.Se i bianconeri sono cosiddetti underdog per la vittoria finale, Viola e Azzurri non si possono nascondere. Possono arrivare in fondo e possono farlo da protagoniste, almeno in parte, annunciate.
Il Napoli se la giocherà contro l'altra grande favorita per la vittoria finale, i tedeschi del Wolfsburg, carnefici dell'Inter di Mancini. Il calcio mostrato dai tedeschi è spumeggiante e si affida soprattutto a una potenza offensiva difficilmente replicabile. De Bruyne, Perisic e Schurrle a sostegno dell'olandese Dost, riscopertosi bomber di razza. Davanti i Lupi fanno davvero paura, ma è dietro che traballano e non poco. La sfida sarà probabilmente tra i due attacchi. I napoletani vogliono e possono contare su un Pipita Higuain sempre decisivo quando si gioca in Europa. Sua anche la tripletta che ha chiuso il discorso qualificazione già al San Paolo contro la Dinamo Mosca. Le potenzialità ci sono e le possibilità di fare bene anche. Probabilmente è il quarto di finale di Europa League più equilibrato, con una frase fatta potremmo parlare di finale anticipata. Benitez in Europa ha vinto con Liverpool, Champions, e Chelsea, Europa League, adesso vuole provare a farlo con il Napoli. Alla fine è dai tempi di Maradona che non si alza un trofeo internazionale. Forse è arrivato il momento di riprovarci.

La Fiorentina aspetta Giuseppe Rossi e sogna. Il sorteggio è stato benevolo, ma non troppo. Probabilmente sarebbero stati meglio Bruges o Dnipro, ma la Dynamo Kiev non può e non deve far paura alla truppa di Montella. Attenzione massima alla trasferta in Ucraina perchè nella capitale per ben due volte, contro Guingamp ed Everton, la Dynamo ha ribaltato il risultato sfavorevole della partita d'andata. Il fatto che il ritorno in questa serie si giochi al Franchi potrebbe essere un vantaggio.
I complimenti di Jovetic, ex mai dimenticato/Twitter
La Viola vista nelle ultime settimane è una squadra in uno stato di forma stratosferico, il gioco è quello dei giorni migliori, il periodo di appannamento è passato e si guarda al doppio confronto con gli ucraini con un velato ottimismo. Gomez sta rientrando e in Europa ha iniziato a segnare gol importanti, Salah si sta dimostrando più incisivo e continuo di Cuadrado (articolo) e Giuseppe Rossi scalpita per tornare in campo. Il tutto condito da una difesa solida e dalla solita arma viola, i calci piazzati. Solo l'Atletico tra le squadre ancora impegnate in competizioni europee, segna di più da calcio piazzato. La Dynamo degli ex "italiani" Antunes, poca gloria tra Roma e Lecce, e Miguel Veloso, il Genoa lo prese dallo Sporting Lisbona quando lo voleva anche il Manchester United, ha stupito per la facilità di trovare il gol e per la solidità, soprattutto tra le mura amiche. Un occhio di riguardo andrà ai due esterni Lens e Yarmolenko, Pasqual e Richards sono avvisati. Le possibilità di fare bene ci sono tutte. Firenze non sognava così da almeno sei o sette anni, quando i viola di Prandelli e Jovetic mostravano bel calcio in giro per l'Europa che conta. Ora Montella ha la possibilità di riportare la città di Firenze tra l'elite europea anche nel calcio. Per provare ad alzare un trofeo internazionale che manca da cinquant'anni (Coppa delle Coppe 1960/'61).

Le italiane ci sono, mancano ancora quattro partite prima delle finali di Berlino e Varsavia. Juventus, Fiorentina e Napoli sperano di giocarle e vincerle tutte perchè una vittoria italiana farebbe bene anche a tutto il movimento. Se è vero che "vincere aiuta a vincere", come dicono in tanti, il movimento italiano potrebbe ripartire da loro. Le basi ci sono, la caccia all'Europa è ufficialmente aperta, chissà che non possa essere un esempio per gli anni a venire.


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