Iguodala e l'MVP romantico

E' finita da pochi minuti gara 6 a casa LeBron. Tutti stanno aspettando che il commissioner Adam Silver scenda a consegnare a capitan Curry il trofeo per la vittoria delle Finals NBA e intanto guardano arrivare Bill Russell per la consegna del Bill Russel Trophy, quello dell'MVP delle Finals. Probabilmente il riconoscimento personale più ambito da ogni giocatore di basket.

Steph Curry festeggia il titolo/Twitter
La sera prima di gara 5 parlando con un amico avevo incoronato Steph Curry, figlio "illegittimo" di Akron, città di LBJ, perchè ha nome, è la faccia divertente di Golden State, è l'MVP della stagione e ogni suo step-back è una pennellata degna delle opere d'arte dei migliori artisti del Rinascimento artistico italiano. Vedevo lui o James, anche in caso di sconfitta, incoronati migliori giocatori perchè sono i leader delle rispettive squadre e perchè, bhè, James ha trascinato da solo una franchigia a due gare dalla vittoria di un anello che ha iniziato a sfilarsi dalle dita di Cleveland quando Olynik ha sfilato la spalla di Kevin Love dalla sua posizione congeniale, eliminandolo dai playoff.
I Warriors sono Campioni NBA 2015/Twitter
Cleveland ha quasi passeggiato fino alle Finals, trovandosi solo in relativa difficoltà contro Chicago, quando Butler ha provato, e in parte c'è riuscito, a mettere la museruola al numero 23. Poi un buzzer a mandare all'inferno tutta la Windy City e i Cavs hanno messo il pilota automatico fino a gara 1 alla Oracle Arena. E nel mentre si è fatto male anche Irving, rientrato per la prima palla a due delle finali e uscito subito dalla serie, spaccandosi i legamenti del ginocchio al primo overtime. Ecco perchè alla fine il Bill Russell Trophy a LeBron James non sarebbe stato assolutamente un'eresia.
Ah poi a corollario della serie ha messo a tabellino due triple doppie e 4 gare sopra i 30 punti, toccando anche quota 40. Però è stato quasi da solo, il Prescelto, per vincere il suo terzo anello.
Perchè dall'altra parte Curry ha viaggiato a ritmi bassi però poi in gara 5 ne ha estratti 37 dal cilindro in risposta ai 40 jamesiani e i Warriors hanno trovato il primo match-ball della serie.
Ecco perchè vedevo un trofeo da dividere equamente tra i due giocatori, ma non avevo considerato quello che alla fine ha alzato quel trofeo. Il sesto uomo più importante della lega americana: Andre Iguodala.

Quando Steve Kerr, arrivato da rookie sulla panchina di Golden State, a settembre gli ha proposto di passare da partire titolare a fare il sesto uomo, lasciando il posto a Harrison Barnes probabilmente in molti hanno pensato che in un qualche momento della stagione avrebbe chiesto di lasciare la baia e andare a trovare un nuovo ruolo da titolare, come a Philadelphia. Invece così non è stato. E' passato dal dare importanza più a chi finisce le partite, piuttosto che a chi le inizia. E Iggy in silenzio si è costruito un importante altare di fiducia da parte dei suoi compagni. "Lui è quello a cui rivolgiamo lo sguardo quando le cose vanno male" così ha detto Draymmond Green a fine partita. Tutti d'accordo, da Curry a Thompson a Livingston, Iguodala è il giusto MVP di questa serie. Colui che per tre partite ha marcato James in rotazione con Green e Barnes, avendo i risultati migliori, poi si è messo in proprio, partendo di nuovo in quintetto a discapito di Bogut, per uno starting five più piccolo e perimetrale. Ha deciso gara 4 con 22 punti pesantissimi e un paio di zingarate di livello assoluto, perchè non è mai stato un giocatore da 30 punti a partita, nemmeno a Phila, ma un superbo difensore con un incredibile atletismo e un'apertura di braccia invidiabile. Ha fatto meglio di tutti i suoi compagni di squadra in marcatura sul LBJ, buona parte delle cause del 39% al tiro di James porta in calce il suo nome e cognome, insieme al 18% da 3, tiro che al Prescelto è stato lasciato abbastanza spesso. Ha messo il punto esclamativo sulle sue Finals con i 25 punti di gara 6, top scorer della squadra con Curry, che hanno mandato Cleveland all'inferno ancora una volta e Golden State in paradiso dopo 40 anni.
Curry e Iguodala con i trofei appena vinti/Twitter
Per la seconda stagione consecutiva vince il trofeo dedicato a Bill Russell colui che limita LeBron James in difesa, rispettando quelle che erano una parte delle qualità principali di Bill, grandissimo difensore del proprio canestro, prima che grande attaccante. Ma se la scelta di Leonard dello scorso anno è parsa quasi ovvia, così ovvia non è stata la premiazione di Iguodala.
Che però se la merita tutta, ha cambiato la serie partendo dalla panchina, convincendo poi tutti di meritarsi il quintetto iniziale. Ecco perchè alla fine i 7 voti, contro i 4 ricevuti da James, degli 11 giudici non fanno altro che rinforzare il suo premio, MVP romantico. Il comprimario che entra nella storia.
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