Ibra, un sogno che non fa rima con programmazione

La "risposta" della Tour Eiffel a Ibra/Twitter
Ibra ha tuonato! Il figlio della terra di Odino e Thor ha mandato un messaggio chiaro a tutti i club europei. "A giugno non sarò più un giocatore del PSG, per ora" poi ha aggiunto quasi in tono di sfida, e il quasi è puramente retorico "rimarrei se mettessero la mia statua al posto della Tour Eiffel." 

Della serie "ho deciso, ma se mi dedicate una piazza magari rimango. Tutto Ibra in due frasi a fine partita, dopo aver vinto il campionato a marzo. L'ennesimo campionato. Forza dell'abitudine.
Allora ecco scatenarsi il polverone all'orizzonte. Ibra decisivo in campionato, ma in Champions.....
Sorpresa! Decisivo anche in Europa in questa stagione. Agli ottavi, insieme a Di Maria, ha sbattuto fuori il Chelsea, in un remake della sfida di 12 mesi fa. Nel 2015 espulso dopo 20 minuti a Stanford Bridge e lavoro lasciato a David Luiz e Thiago Silva, in questa stagione assist e gol a spegnere le illusioni inglesi.
Mai stato così decisivo in scontri a eliminazione diretta.
Si era lasciato sfuggire un "più invecchio, più miglioro", come il vino. I numeri, per ora, gli danno ragione. Maledettamente ragione.
Ed è così che per l'ennesimo anno riparte il toto-Ibra. Per la prima volta senza mal di pancia. E dovesse vincere la Champions allora potrebbe fare una scelta di cuore. Difficile, difficilissimo. Ma nell'anno dell'Oscar a Di Caprio nulla è da escludere in partenza.

Il richiamo Premier
I nomi delle interessate sono sempre gli stessi.
Mourinho lo vorrebbe con lui nella nuova avventura al Manchester United per riportare una mentalità vincente tra i Red Devils, che però rischiano di stare fuori dalla Champions. I soldi ci sarebbero, le motivazioni per Ibra anche. Lavorare di nuovo con Mou e giocare per la prima volta in Premier potrebbero spingerlo nel nord dell'Inghilterra. Ma attenzione alla moglie, che potrebbe non apprezzare il pessimo tempo inglese e una città come Manchester. Non proprio il centro della moda internazionale.
Più vicina ai gusti della signora Ibrahimovic è invece Londra. Wenger vorrebbe portarlo in maglia Arsenal per tentare di vincere di nuovo la Premier dopo una vita. E Henry potrebbe essere un aiuto importante. Roman Abramovich ha individuato in Zlatan il regalo di benvenuto per Conte al Chelsea. Un regalo sicuramente apprezzatissimo dal tecnico leccese. Però, perchè in questi casi un però c'è sempre, i Blues saranno sicuramente fuori dalla Champions League e non sono nemmeno sicuri di arrivare in Europa League perchè davanti corrono intanti.
Per i Gunners il problema è seduto in panchina. Caro Wenger ti ricordi quando gli hai proposto un provino e ha rifiutato? Probabilmente era la normalità, ma l'ego di Ibra difficilmente ha dimenticato l'affronto subito.
Fuori dai giochi il Manchester City che mettendo Guardiola al comando ha rinunciato alla corsa al nativo di Malmo.

Il sapore della vendetta e il richiamo di un amico
Nelle scorse settimane la provocazione, ma neanche troppo tale, è stata lanciata da AS. Cristiano Ronaldo vuole andarsene, Real Madrid su Ibrahimovic che vuole prendersi la sua personale vendetta sul Barcellona. Di certo non mancherebbero le motivazioni e la città sarebbe sicuramente di gradimento per tutta la famiglia. Ma le incognite hanno la faccia di CR7 e del prossimo allenatore madridista, ancora ignoto. Due galli in un pollaio sono difficili da gestire per tutti. A Madrid ancora di più.

Vendetta a Madrid o richiamo di un amico e di un mentore a Monaco. Ancelotti e Ibrahimovic non hanno mai nascosto la voglia di tornare a lavorare insieme, dopo l'anno passato a Parigi. Il Bayern Monaco potrebbe essere il luogo giusto per vincere in un altro campionato e a livello internazionale, anche se in questo caso la controindicazione si chiama Robert Lewandowski. Oltre a uno spogliatoio che mal digerisce le star, a favore di un grande gruppo. Certo è che se da Madrid chiedessero informazioni per il polacco.......

Il ritorno romantico (e pagamento di un debito)
Intanto a Milano ci si prova/Twitter

Ultima possibilità potrebbe essere un romantico ritorno nel Milan che, a detta di Ibra, è la società in cui si è trovato meglio. Non ha parlato a Galliani per due anni, offeso dal modo in cui la società lo ha ceduto al PSG. I rossoneri dal suo addio non hanno più alzato nessun trofeo e non giocano la Champions da due stagioni. E per la prossima è in bilico anche l'Europa League.
Milano è la città preferita della moglie e potrebbe incidere, ma ad incidere ancora di più potrebbe esserci il suo procuratore, Mino Raiola. Tra lui e l'AD per la parte sportiva rossonero i dialoghi non si sono mai interrotti. Il rinnovo di Donnarumma e, più ancora, il ritorno di Balotelli sono gli ultimi affari tra i due. L'ennesimo cambio di maglia del 45 potrebbe essere un debito del procuratore nei confronti dei rossoneri. E chissà che quel debito non possa chiamarsi Ibra.
A 34 anni però uscire dal mondo Champions potrebbe non interessare a Zlatan. Certo è che se dovesse portarla a casa a giugno cambierebbe tutto. A Milano. A San Siro. Sarebbe senza dubbio una bella storia.

Maneggiare con cura, controindicato per un progetto
Tante le controindicazioni. Il giocatore ha 34 anni, permette di essere subito ipercompetitivi e potrebbe garantire altri 2/3 anni ad altissimi livelli, ma potrebbe diventare uno specchietto per le allodole in mancanza di un progetto. Le spalle larghe dello svedese garantirebbero ai giovani di poter crescere con meno pressione addosso, ma le idee devono esserci, così come gli investimenti sul futuro. Per non ritrovarsi poi con il nulla intorno.
Ibra sintomo di vittoria, ma sposta dal concetto di progetto i meno attenti. Questo è il più grande pericolo dell'acquistare il più grande giocatore disponibile.


Share on Google Plus

About Matteo Vismara

This is a short description in the author block about the author. You edit it by entering text in the "Biographical Info" field in the user admin panel.
    Blogger Comment
    Facebook Comment

0 commenti:

Posta un commento