1976. La settimana che ha cambiato la storia del calcio

1976.
La Cecoslovacchia il 20 giugno ha battuto la Germania Ovest nella finale degli Europei di Jugoslavia. C'è ancora il muro di Berlino e le Repubbliche jugoslave sono ancora unite sotto la guida di Tito.
Circa tre mesi prima, 24 marzo, in Argentina era salito al potere, con un colpo di stato, il generale Jorge Rafael Videla, destituendo Isabel Peron.
A maggio il Torino di Gigi Radice conquista lo scudetto e, sul finire del mese, Panatta fa gioire una nazione intera conquistanto gli Internazionali d'Italia di tennis.
Il 29 giugno, a Roma (una delle sedi della nostra storia), il Napoli batte 4-0 il Verona e vince la sua seconda Coppa Italia. Ai primi di luglio il Vietnam viene riunificato (2 luglio) e Bjorn Borg vince Wimbledon (3 luglio).
Il 17 luglio iniziano i Giochi Olimpici di Montreal, che si chiudono il 1 di agosto. Lo stesso giorno dell'incidente di Nicki Lauda al Nurburgring in Germania.
Il 9 settembre muore, a 83 anni, Mao Tse Tung, leader politico della Cina moderna.

Poco dopo si inizia a scrivere la storia. Quella con la "s" minuscola, ovviamente. Ma sempre di storia parliamo. Tra il 22 e il 29 settembre tra Rio De Janeiro, Roma e Kiev vi è una congiunzione astrale che difficilmente ricapiterà per i prossimi 100 anni.

Il 22 (anche se la storia vuole sia nato il 18 e registrato all'anagrafe il 22), in un ospedale brasiliano, di un sobborgo di Rio, nasce un bambino che la madre chiamerà Luiz Nazario, che prenderà il cognome del padre, de Lima, e un terzo nome, Ronaldo, in onore del medico che fece nascere quel piccolo scricciolo Ronaldo Valente. Il dottore ancora non sapeva di aver portato alla luce uno dei più
grandi giocatori di tutti i tempi e di avergli dato il nome con il quale verrà tramandato ai posteri.

Cinque giorni dopo, la signora Fiorella, a Roma, mette al mondo il nuovo Re della Capitale, ancora non lo sa, 40 anni dopo lo sanno tutti. Il neonato, inutile dirlo, si chiama Francesco. Il cognome di uno dei migliori numeri 10 del calcio italiano aggiungetelo voi, non è difficile indovinarlo.

A chiudere questa settimana incredibile, nell'ospedale di Kiev viene accolta una signora che arriva da Dvirkivscyna, un paesino ad un centinaio di chilometri dalla capitale. O meglio quella che sarebbe poi diventata la capitale dell'Ucraina. In quel momento ancora solo una costola dell'URSS. Questo bimbo sovietico viene al mondo con il nome di Andij Mikolajovyc. Il cognome Shevchenko, per tutti semplicemente Sheva. Il più grande calciatore della storia Ucraina e probabilmente di tutta l'area ex sovietica. Nonchè primo Pallone d'Oro proveniente dall'est da Lev Yashin in avanti.

Ronaldo, Totti, Shevchenko. In una settimana sono venuti al mondo tre dei più grandi fuoriclasse del calcio moderno. Tre giocatori che in Serie A sono diventati tra i più grandi attaccanti di sempre. Tutti e tre accomunati da una classe sconfinata hanno interpretato i loro paesi nel modo di giocare.
Una danza continua con il pallone quella di Ronaldo, fin troppo limitato da quelle maledette ginocchia, se no oggi non staremmo a farci dubbi tra Maradona, Pelè, Messi o Cristiano Ronaldo. La risposta sarebbe solo Ronnie.
Genio e follia quella di Totti che ha rinunciato alle grandi offerte estere per Roma e per la Roma. Nato nella Città Eterna con i suoi colpi d'autore ha trovato il modo di diventare eterno, nato nella terra degli artisti ha portato sul prato verde l'arte nostrana e ancora a 40 anni mette in mostra tutto il suo talento.
L'ordine e la disciplina tipicamente sovietica mischiata con una classe tipicamente sudamericana. Sheva è diventato grande, grandissimo nel Milan di Ancelotti. 7 anni da miglior attaccante in
Europa, una forza fisica stratosferica, unita a una leggerezza nel movimento impensabile per uno con quel fisico. Ha chiuso la carriera tra Chelsea, il ritorno al Milan e il ritorno alla Dinamo Kiev. Non in bellezza come avrebbe meritato e adesso ha iniziato la sua avventura da CT dell'Ucraina con l'obiettivo di riportare la sua nazionale ad un Mondiale, dopo quello giocato nel 2006.

Ronaldo, Totti, Shevchenko. Freschi quarantenni che ci sono stati donati in quella magnifica settimana di settembre del 1976, perchè giocassero a calcio e regalassero la loro classe al mondo. Difficile pensare a qualcosa più che una semplice coincidenza, anche se credo che in questo caso al destino sia scappata la mano e gli dei del calcio abbiano accettato volentieri il regalo.
Non sarà La storia, ma un posticino in qualche libro per questi tre si potrebbe anche trovare.

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