L'amletico dubbio è stato riportato sulle prime pagine dei giornali sportivi, sulla bocca di tutti i giornalisti sportivi da bar e lambrusco e sui profili Facebook e Twitter di tutti gli intenditori di calcio, veri o supposti che siano, lunedì mattina. E praticamente tutti cavalcavano la lagna "metà Serie A giocherà un girone senza più obiettivi o stimoli". Vero, impossibile dire il contrario. Le ultime tre, sommate insieme, hanno vinto lo stesso numero di partire dell'Empoli, quartultimo (5). E se contiamo che l'unica vittoria del Pescara è arrivata a tavolino per irregolarità nel tesseramento di Ragusa, in Sassuolo-Pescara della seconda giornata, bhè la situazione non è propriamente rosea.
Quindi, più o meno giustamente, la tesi di fondo è che dall'Empoli diciassettesimo al Torino nono non ci sarà più una squadra con qualche stimolo nel girone di ritorno. E probabilmente è una grande verità.
Ciò che mi sento di criticare però, non sono tanto le considerazioni e le riflessioni su questa stagione, ma la "grande modifica" proposta per mutare la situazione: il ritorno a 18 squadre. La solita proposta per nascondere i problemi più grandi. Tra una Serie A a 18 e a 20 squadre non cambierebbe assolutamente nulla. Non è il numero delle squadre, ma la loro qualità a fare la differenza. E diminuendo il numero di squadre non è assolutamente detto che si aumenterebbe la qualità media. Anzi, probabilmente si saprebbe praticamente a giugno dell'anno prima, a meno di miracoli o stagioni incredibili, quali saranno le retrocesse della stagione successiva: le neopromosse dalla B. Come adesso, anche se, come andremo a vedere, non è quasi mai successo che tutte e 3 le squadre neopromosse dalla B tornassero indietro la stagione successiva.
![]() |
Classifica di Serie A alla 21a giornata |
Ciò che mi sento di criticare però, non sono tanto le considerazioni e le riflessioni su questa stagione, ma la "grande modifica" proposta per mutare la situazione: il ritorno a 18 squadre. La solita proposta per nascondere i problemi più grandi. Tra una Serie A a 18 e a 20 squadre non cambierebbe assolutamente nulla. Non è il numero delle squadre, ma la loro qualità a fare la differenza. E diminuendo il numero di squadre non è assolutamente detto che si aumenterebbe la qualità media. Anzi, probabilmente si saprebbe praticamente a giugno dell'anno prima, a meno di miracoli o stagioni incredibili, quali saranno le retrocesse della stagione successiva: le neopromosse dalla B. Come adesso, anche se, come andremo a vedere, non è quasi mai successo che tutte e 3 le squadre neopromosse dalla B tornassero indietro la stagione successiva.
Limiti e altre strade
Il primo grande limite a questo progetto arriva direttamente dalla Lega. Per votare il ritorno alle 18 squadre ci vorrebbe il voto positivo di almeno il 75% dell'Assemblea. Parliamo di 15 voti su 20. Praticamente dovrebbero votare positivamente anche tutte quelle realtà di provincia che vivono con i proventi della Serie A, ma che con i guadagni della Serie B faticherebbero a rimanere delle realtà solide e credibili. Per non contare che ovviamente la seconda questione sarebbe legata al numero di retrocessioni: 3 come nel campionato a 20 squadre vengono considerate troppe, con 2 retrocessioni si andrebbe a svalutare ancora di più la Serie B o a valutarne il ridimensionamento a 20 e non 24 squadre, passando per una stagione da forche caudine con 8 retrocessioni e non 4, come sono quelle attuali. Con, ovviamente, successive ripercussioni sulla Lega Pro.
Insomma sarebbe un cambio drastico per il nostro calcio, che porterebbe disagi e difficoltà e probabilmente non renderebbe nè più bello nè più competitivo il nostro campionato.
Insomma sarebbe un cambio drastico per il nostro calcio, che porterebbe disagi e difficoltà e probabilmente non renderebbe nè più bello nè più competitivo il nostro campionato.
I problemi sono altri. Prima di tutto la vendibilità del prodotto Serie A e il suo mercato televisivo esterno, successivamente la ripartizione dei proventi tra le varie squadre e in terzo luogo l'immobilismo edilizio che non permette alle società di lanciarsi nella costruzione di uno stadio di proprietà. Eppure la Juventus e il Sassuolo hanno dimostrato, con le ovvie proporzioni, che gli introiti derivanti dallo stadio sono una fetta importante di denaro utilizzabile anche sul mercato. Oltre che rappresentare un fattore anche a livello di punti in campionato.
Ma andiamo con ordine. La Serie A nel mondo viene venduta a meno rispetto a Premier League, Liga e Bundesliga, dei tre grandi campionati solo quello tedesco ha 18 squadre. Scelta fatta per evitare di giocare a gennaio, mese di pausa tipico per i tedeschi, anche perchè le ultime stagioni non sono state particolarmente avvincenti in testa e in coda alla classifica.
Ma attenendosi al discorso, minor interesse vuol dire minor guadagno dalla vendita dei diritti televisivi. Scrivevo sempre qui, il 13 settembre, della grande lezione dataci dalla Premier League durante il derby di Manchester (link), giocato come lunch match e quindi guardabile anche per i mercati asiatici. Una lezione che avremmo dovuto imparare per provare ad esportare meglio il nostro prodotto calcio. E' più importante mantenere la tradizione del big match serale o "abbassarsi" a qualche esigenza televisiva asiatica o americana e mettere qualche partita di spessore ad orari non usuali per incassare di più dai diritti tv? In Inghilterra hanno perseguito la via del denaro e hanno fatto bingo, ma succede anche spesso in Spagna che Real o Barcellona giochino all'ora di pranzo.
Ma attenendosi al discorso, minor interesse vuol dire minor guadagno dalla vendita dei diritti televisivi. Scrivevo sempre qui, il 13 settembre, della grande lezione dataci dalla Premier League durante il derby di Manchester (link), giocato come lunch match e quindi guardabile anche per i mercati asiatici. Una lezione che avremmo dovuto imparare per provare ad esportare meglio il nostro prodotto calcio. E' più importante mantenere la tradizione del big match serale o "abbassarsi" a qualche esigenza televisiva asiatica o americana e mettere qualche partita di spessore ad orari non usuali per incassare di più dai diritti tv? In Inghilterra hanno perseguito la via del denaro e hanno fatto bingo, ma succede anche spesso in Spagna che Real o Barcellona giochino all'ora di pranzo.
Il secondo punto è quello relativo alla ridistribuzione degli introiti. Già, come detto, sono più bassi rispetto a quelli degli altri top campionati, poi la ridistribuzione non viene fatta in modo equo, ma a seconda di parametri, personalmente discutibili, quali il bacino di utenza della squadra, gli anni di permanenza consecutivi in Serie A, la media tifosi dell'anno precedente e i risultati sportivi dell'ultimo quinquennio. Ovviamente a giovarne maggiormente sono i top club e il gruppo di squadre della medio borghesia del nostro campionato. Lasciando alle squadre di provincia e alle neopromosse solo le briciole. Con le quali, le stesse squadre dovranno mettere a posto i propri conti e creare squadre competitive con il rischio di dover smantellare l'anno dopo. Magari non sarebbe cambiato nulla questa stagione, ma il Pescara con la stessa fetta di torta, derivante dai diritti televisivi, di Milan o Juventus avrebbe potuto costruire una rosa migliore. Basterebbe dividere tutti gli introiti in parti uguali e non solo una parte, o almeno ridurre notevolmente quella parte. Come fanno in Inghilterra, ma lì girano molti più milioni di sterline.
Sulla questione stadi si è detto talmente tanto che non mi sembra nemmeno utile tornare sull'argomento, se non per sottolinearne l'importanza sia per risultati sportivi che finanziari per due squadre diversissime come Juventus e Sassuolo che hanno giovato della privatizzazione dell'impianto.
Sulla questione stadi si è detto talmente tanto che non mi sembra nemmeno utile tornare sull'argomento, se non per sottolinearne l'importanza sia per risultati sportivi che finanziari per due squadre diversissime come Juventus e Sassuolo che hanno giovato della privatizzazione dell'impianto.
Gli ultimi 6 anni
Per curiosità ho voluto anche andare a spulciare le classifiche delle stagioni precedenti per provare a notare affinità e discordanze con la stagione in corso.
Ho voluto analizzare dalla stagione 2010/2011, anno dell'ultimo scudetto non targato Juventus, fino a quest'anno.
Ho voluto analizzare dalla stagione 2010/2011, anno dell'ultimo scudetto non targato Juventus, fino a quest'anno.
Stagione 2010/2011 Le neopromosse quell'estate sono Lecce, Brescia e Cesena. A retrocedere saranno Bari, Brescia e Sampdoria, che a inizio stagione aveva giocato un playoff di Champions League. Ma curiosamente alla 21a giornata le ultime tre in classifica sono Cesena, Brescia e Bari rispettivamente con 19, 18 e 14 punti, con il Lecce quart'ultimo a 20. La Sampdoria è nona a 27 punti, +8 sulla zona retrocessione. Chiuderà terz'ultima a -5 dal Lecce con 36 punti, davanti a Brescia (32) e Bari (24). Delle tre neopromosse solo i lombardi tornano subito indietro.
Stagione 2011/2012
In estate salgono Siena, Atalanta e Novara. A retrocedere saranno Lecce, Novara e Cesena. Per i pugliesi poi ci sarà la retrocessione in Lega Pro decisa dalla Giustizia sportiva.
Alla 21a giornata, con varie partite rinviate per neve le ultime tre sono Novara (12), Cesena (16) e Lecce (16) con il Siena a 19, ma con una partita in meno. A fine campionato saranno sempre loro tre a retrocedere, ma con Lecce e Novara che infilano 20 punti a testa nel girone di ritorno, il Siena addirittura 25 (44 a fine stagione), e il Genoa che si salva alla terzultima giornata finendo a 42 punti, 6 in più dei pugliesi e 10 più dei piemontesi. Solo il Cesena non regge e fa solo 6 punti (22 finali).
In estate salgono Siena, Atalanta e Novara. A retrocedere saranno Lecce, Novara e Cesena. Per i pugliesi poi ci sarà la retrocessione in Lega Pro decisa dalla Giustizia sportiva.
Alla 21a giornata, con varie partite rinviate per neve le ultime tre sono Novara (12), Cesena (16) e Lecce (16) con il Siena a 19, ma con una partita in meno. A fine campionato saranno sempre loro tre a retrocedere, ma con Lecce e Novara che infilano 20 punti a testa nel girone di ritorno, il Siena addirittura 25 (44 a fine stagione), e il Genoa che si salva alla terzultima giornata finendo a 42 punti, 6 in più dei pugliesi e 10 più dei piemontesi. Solo il Cesena non regge e fa solo 6 punti (22 finali).
Stagione 2012/2013
Le neopromosse sono di alto livello Torino, Sampdoria e la sorpresa della Serie B precedente, il Pescara di Zeman. A fine stagione in B ci vanno Palermo, Siena e Pescara.
E' la stagione del Parma e del Catania dei miracoli e alla 21a giornata le ultime tre posizioni sono occupate da Genoa (17), Palermo (16) e Siena (14), tre punti sopra i rossoblu ci sono a braccetto Cagliari e Pescara. Alla fine a salvarsi saranno il Cagliari (che finirà 11o con 47 punti) e il Genoa (38), quartultimo. Al crollo del Pescara (2 punti nelle successive 17 partite) corrisponderanno 17 partite di rincorsa di Palermo e Siena da 16 punti a testa (per i rispettivi 32 e 30 finali).
E' la stagione del Parma e del Catania dei miracoli e alla 21a giornata le ultime tre posizioni sono occupate da Genoa (17), Palermo (16) e Siena (14), tre punti sopra i rossoblu ci sono a braccetto Cagliari e Pescara. Alla fine a salvarsi saranno il Cagliari (che finirà 11o con 47 punti) e il Genoa (38), quartultimo. Al crollo del Pescara (2 punti nelle successive 17 partite) corrisponderanno 17 partite di rincorsa di Palermo e Siena da 16 punti a testa (per i rispettivi 32 e 30 finali).
Stagione 2013/2014
Le neopromosse sono Sassuolo, Verona e Livorno. A salutare a giugno saranno Catania, Bologna e Livorno.
Alla solita 21a giornata tra la coppia formata da Chievo e Bologna (18), quartultime, e Catania (14), ultimo, ci passano solo 4 punti e altre due squadre: Sassuolo (16) e Livorno (15).
I neroverdi conosceranno poi un'importante crisi più avanti nella stagione ma riescono a salvarsi solo all'ultima giornata, finendo il campionato a 34, solo a +2 dal Catania, +5 dal Bologna e +9 dal Livorno. Per quella che rimane, probabilmente, la corsa salvezza più equilibrata degli ultimi anni.
Alla solita 21a giornata tra la coppia formata da Chievo e Bologna (18), quartultime, e Catania (14), ultimo, ci passano solo 4 punti e altre due squadre: Sassuolo (16) e Livorno (15).
I neroverdi conosceranno poi un'importante crisi più avanti nella stagione ma riescono a salvarsi solo all'ultima giornata, finendo il campionato a 34, solo a +2 dal Catania, +5 dal Bologna e +9 dal Livorno. Per quella che rimane, probabilmente, la corsa salvezza più equilibrata degli ultimi anni.
Stagione 2014/2015
In Serie A in estate tornano Empoli, Palermo e Cesena. 12 mesi dopo saluteranno Parma, Cesena e Cagliari, in una stagione segnata proprio dal fallimento del Parma Calcio.
Detto che non è una stagione normale per il crack della società emiliana. Alla seconda di ritorno la classifica delle ultime cinque posizioni recita Empoli 20, Cagliari 19, Chievo 18, Cesena 15 e Parma 10.
Detto che non è una stagione normale per il crack della società emiliana. Alla seconda di ritorno la classifica delle ultime cinque posizioni recita Empoli 20, Cagliari 19, Chievo 18, Cesena 15 e Parma 10.
Alla trentottesima giornata nelle ultime cinque Chievo e Empoli vengono sostituite da Udinese e Atalanta che si salvano solo nelle ultime giornate rispettivamente con 41 e 37 punti. Il Cagliari chiuderà la sua stagione a 34. Mentre Cesena (24) e Parma (19) erano già retrocesse da diverse settimane.
Stagione 2015/2016
La stagione scorsa è quella che abbiamo tutti più impressa. Erano arrivate per la prima volta Carpi e Frosinone dopo un campionato di Serie B meraviglioso. Ed era tornato il Bologna solo dopo un sofferto playoff. Dopo 38 giornate è stato il Verona a tornare in cadetteria insieme proprio a Carpi e Frosinone.
A questo punto del campionato le ultime tre erano già Carpi (18), Frosinone (17) e Verona (10), ma con distacchi da Palermo (21), Udinese (24) e Sampdoria (23) maggiori di quelli che poi sono stati a fine stagione, con il Carpi sceso in Serie B all'ultima partita con 38 punti contro i 39 di rosanero e bianconeri e i 40 dei blucerchiati. Più lontane invece Frosinone (31) e Verona (28).
Tutto questo riepilogo di storia della corsa alla salvezza in Serie A non è stato un mero gioco numerico, ma il tentativo, aiutato dai numeri, di dimostrare come da una parte sia vero che quella di quest'anno rischia di essere la corsa salvezza più decisa degli ultimi anni, ma anche che spesso il girone di ritorno delle squadre poi retrocesse è migliore del girone d'andata. E che quindi, paradossalmente, i piazzamenti importanti potrebbero essere cambiati da partite con le piccole.
L'altro dato interessante riguarda le retrocesse. Mai capitato che a retrocedere fossero tutte le neopromosse, ma nemmeno che tutte e tre tenessero la categoria. Spesso le squadre sono durate un paio d'anni. E tutto ciò non succede perchè le squadre sono 20, ma perchè la qualità rimane comunque bassa ed è sempre più complicato per le piccole costruire delle squadre non basate unicamente su prestiti annuali o su veterani che rendono una stagione e diventano incognite in quella successiva.
Per rendere migliore la Serie A bisognerebbe provare a pensare a loro e allora si che il livello qualitativo, sia di gioco che di giocatori, si alzerebbe.
L'altro dato interessante riguarda le retrocesse. Mai capitato che a retrocedere fossero tutte le neopromosse, ma nemmeno che tutte e tre tenessero la categoria. Spesso le squadre sono durate un paio d'anni. E tutto ciò non succede perchè le squadre sono 20, ma perchè la qualità rimane comunque bassa ed è sempre più complicato per le piccole costruire delle squadre non basate unicamente su prestiti annuali o su veterani che rendono una stagione e diventano incognite in quella successiva.
Per rendere migliore la Serie A bisognerebbe provare a pensare a loro e allora si che il livello qualitativo, sia di gioco che di giocatori, si alzerebbe.
0 commenti:
Posta un commento