Mi piace l'anarchia tattica di Dybala, la cattiveria agonistica di Mandzukic e la versione di Pjanic non regista ma nemmeno trequartista.
Insomma mi piace questa nuova versione bianconera, se non fosse altro perchè fondata su un sistema di gioco che, storicamente, è quello che dà successo in Europa: un modulo con la difesa a 4. Almeno in partenza.
E se due partite fanno un indizio, tre fanno una prova. La Juventus ha passato a pieni voti tre impegni diametralmente opposti. Ovvio Lazio, Milan e Sassuolo non saranno Real Madrid, Barcellona o Bayern Monaco, ma comunque il campionato può essere un'ottima possibilità per testare la reazione in campo della squadra a questi cambiamenti. E per ora nessun rigetto. La prova del nove contro l'Inter domenica prossima, perchè la squadra di Pioli è lanciata da 9 vittorie consecutive (7 in campionato e le altre due tra Coppa Italia e Europa League) e perchè ha lo stesso impianto di gioco di questa versione bianconera.
Dopo la sconfitta di Firenze è scattato qualcosa nella testa dei giocatori bianconeri e soprattutto in Allegri. Max ha capito l'importanza di lavorare su diversi assetti di gioco. La trasformazione della Juventus è sicuramente figlia degli infortuni e della necessità, ma anche delle chiare scelte dell'allenatore.
Chi l'ha cambiata


Statistiche stagionali
Interessante è anche andare a fare un confronto tra i dati stagionali della Juventus, dalla prima giornata ad oggi, (statistiche prese dal sito della Lega Serie A e direttamente dal sito dei bianconeri) e quelli delle ultime 3 partite, le due di campionato e quella di Coppa Italia. Paradossalmente leggendo i dati si nota una crescita difensiva e un calo dei numeri offensivi tranne quello relativo alla percentuale di gol segnati per tiri nello specchio.
La Juve viaggia ad una media di 12 tiri a partita verso la porta avversaria di cui poco più della metà (6.4) nello specchio della porta, realizzando il 17.5% delle occasioni da rete (44 reti, 2,1 a partita) e guadagnando poco più di 5 calci d'angolo a partita. Questi i dati offensivi, rafforzati dai numeri sul possesso palla, 55% con una precisione dei passaggi vicina all'85%. Il tutto senza andare ad inficiare la fase difensiva, visto che i bianconeri sono la miglior difesa del campionato con 16 gol subiti in 21 partite, circa 0.8 a partita.
Statistiche nuovo modulo
Partendo dalla partita zero di questo miniciclo, quella con la Lazio, è stato un crescendo anche sotto il profilo statistico. Chiaro che tre partite sono un dato statistico ancora troppo piccolo per un'analisi chiara e veritiera, ma permettono già qualche riflessione. Rimangono pressochè invariati i dati relativi ai tiri verso la porta avversaria (da 12 a 11,33) e quello relativo ai gol, 6, equamente distribuiti nei tre impegni. A calare leggermente è il numero dei tiri nello specchio della porta (4.5 a partita) e il possesso palla (52%, dato abbassato dal secondo tempo di contenimento fatto contro il Milan in Coppa). A stupire però è la solidità difensiva che sembra maggiore, nelle tre partite di riferimento sono stati concessi poco più di 2 tiri nello specchio agli avversari di cui solo uno davvero pericoloso, il gol di Bacca in Coppa.
Dalla Lazio al Sassuolo sotto tutte le voci statistiche la Juve è cresciuta, un po' per il valore dell'avversario e un po' per la maggior consapevolezza del modulo. Ma certo c'è che il divertimento è aumentato, così come il numero di uomini potenzialmente pericolosi portati nella metà campo avversaria, che magari tireranno di meno, ma concretizzano molto di più: in rete il 46% dei tiri diretti in porta, quasi il 18% totale, conto il 31% del resto del campionato.
L'ultimo dato mi sembra quello più interessante perchè delinea come i bianconeri nonostante tirino meno verso la porta costruiscano azioni migliori che permettono agli attaccanti di trovarsi in posizione migliore per fare gol. Prendendo ad insegnamento il basket, un tiro ben costruito è sempre migliore rispetto ad uno frutto della giocata del campione, anche se nell'immediato è a più bassa percentuale, perchè alla lunga costruire buoni tiri, anche se meno, paga. E in partite di Champions, dove bisognerà fare del cinismo la propria arma migliore, questo potrebbe essere il dato più importante.
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