Stagione scalognata, nata malissimo. Mercato fatto per Mancini, cambio di proprietà con il passaggio da Thohir a Suning a metà luglio, altro mercato iniziato dai cinesi in disaccordo con il Mancio. Rescissione consensuale e arriva De Boer, scelto comunque da Thohir e Ausilio, a due giorni dalla prima di campionato a Verona con il Chievo. Disastro olandese, nonostante la vittoria di San Siro con la Juve, arriva Pioli dopo 4 giorni di casting e incontri a cui prendono parte anche Marcelino, prossimo allenatore del Valencia ed ex Villareal, e la coppia Zola-Casiraghi, come l'Under 21 di qualche ciclo fa.
La scelta finisce sul normalizzatore Pioli, inizio difficile poi un filotto di 7 vittorie, si sente odore di Champions, rallentamento decisivo a Torino e crollo mentale. Gli ultimi due mesi sono storia modernissima. Ma tutto sommato ci può stare. Può capitare una stagione in cui non si imbrocca una scelta giusta, non aiutati poi anche dalle situazioni ambientali durante la stagione: frattura Curva-Icardi dopo l'uscita dell'autobiografia dell'attaccante, Brozovic, non convocato, che posta foto su Instagram dopo che la squadra perde in Israele, Gagliardini, arrivato a gennaio e tra i più positivi, che va allo Juventus Stadium a vedere Juventus-Barcellona di Champions League (nulla di male a vedere due squadre tra il meglio in Europa, ma apriti cielo) fino all'ammissione di Medel che la squadra ha mollato. Segnali non particolarmente positivi.

Giusto voler svoltare, giusto voler cambiare guida tecnica e voler ripartire, per l'ennesima volta, con un progetto nuovo. Se non fosse che negli ultimi 7 anni, dopo l'addio di Mourinho, sono già 10 gli allenatori sedutisi sulla panchina nerazzurra. Servirà un allenatore di alto, altissimo profilo. Un allenatore che la società, e la nuova proprietà, abbia il coraggio di difendere e proteggere anche nei momenti difficili e non solo assecondarlo sul mercato.
E qui si arriva alla situazione più complessa: il gruppo Suning di calcio ne capisce poco. Fino a poco tempo fa il consigliere unico per il mercato era Kia Joorabchian, famoso per essere soprattutto il procuratore di Tevez. Un procuratore a fare mercato per una società, non il massimo e infatti sono arrivate spese elevatissime per giocatori vicini alla scuderia Kia (o per i quali potrebbe avere interessi diretti) o di altri grandi procuratori, leggasi Jorge Mendes.
Fino a poco tempo fa, dicevo, perchè adesso le redini generali di tutte le società Suning le ha prese in mano Walter Sabatini. Uomo di mondo e grande conoscitore del mercato. Serviranno le sue competenze e le sue capacità per aiutare Ausilio nella ricostruzione, ma ora la priorità sarebbe arrivare ad un allenatore che metta d'accordo tutte le parti, i cinesi, Sabatini e la parte di dirigenza italiana. E gli unici su cui convergono tutti gli occhi sono Simeone e Conte.
Fino a poco tempo fa, dicevo, perchè adesso le redini generali di tutte le società Suning le ha prese in mano Walter Sabatini. Uomo di mondo e grande conoscitore del mercato. Serviranno le sue competenze e le sue capacità per aiutare Ausilio nella ricostruzione, ma ora la priorità sarebbe arrivare ad un allenatore che metta d'accordo tutte le parti, i cinesi, Sabatini e la parte di dirigenza italiana. E gli unici su cui convergono tutti gli occhi sono Simeone e Conte.
Ma per nessuno dei due avrebbe senso lasciare oggi Atletico Madrid e Chelsea per saltare sulla nave interista. Il Cholo si è tirato fuori dai giochi negli scorsi giorni dicendo che ha come unico obiettivo quello di inaugurare il nuovo stadio la prossima stagione dopo l'addio al Calderon. E l'ennesima semifinale europea, con il mercato colchoneros già più che pianificato secondo le sue esigenze stanno lì a dimostrare come, forse, l'allenatore argentino di voglia di andare via ne abbia poca, senza prima almeno aver scritto un'altra pagina di storia dell'Atletico.
Ma il primissimo della lista e dei sogni Inter è Antonio Conte, fresco Campione d'Inghilterra con il Chelsea. Perchè Conte dovrebbe lasciare un Chelsea in Champions League, con un presidente pronto a tutto per tenerlo e con una tifoseria che lo adora, per andare all'Inter? Onestamente di risposte reali ce ne sono pochine, forse nessuna. In Italia, ovviamente, Conte è associato alla Juventus, bandiera prima in campo e poi in panchina. Nonostante il curriculum notevole, i tifosi queste cose le sanno bene. Sicuramente il tecnico troverebbe anche a Milano una società pronta a tutto per accontentarlo, dimostrando sul mercato tutta la sua forza economica e lo stesso Conte ha dimostrato di poter fare vestiti meravigliosi anche con stoffa non pregiatissima. Ricordandosi che per quanto possa essere importante il lato economico, la prospettiva sportiva del prossimo anno nerazzurro rimane quella di rientrare tra le prime quattro e, forse, partire da un preliminare di Europa League in caso di grande chiusura di questa stagione. I veri top player è dura attirarli così.
Ma onestamente sembra difficile vederlo lasciare il Chelsea dopo soli 12 mesi, se non altro perchè un viaggio europeo con il Blues, dopo questa stagione, sembra d'obbligo. Anche solo per testare nuovamente il suo feeling con la massima competizione europea. E se Abramovich mettesse davvero sul piatto tanti milioni da spendere sul mercato come Conte meglio preferisce, chi glielo farebbe fare di lasciare il transatlantico Chelsea per quello che è, al momento un Titanic in ristrutturazione?
E su questo potrebbe fare leva il management nerazzurro, sulla voglia costante di sfide del tecnico leccese, proporgli l'ennesimo Everest da scalare per dimostrare di essere uno dei migliori al mondo al momento. Tornare in Italia, dove ancora vive la famiglia, per cercare di spezzare l'egemonia bianconera, iniziata proprio con Conte e portata all'apice da Allegri anche in Europa, con due finali di Champions League in tre anni. Proprio laddove la Juve contiana aveva fallito.
Ma onestamente sembra difficile vederlo lasciare il Chelsea dopo soli 12 mesi, se non altro perchè un viaggio europeo con il Blues, dopo questa stagione, sembra d'obbligo. Anche solo per testare nuovamente il suo feeling con la massima competizione europea. E se Abramovich mettesse davvero sul piatto tanti milioni da spendere sul mercato come Conte meglio preferisce, chi glielo farebbe fare di lasciare il transatlantico Chelsea per quello che è, al momento un Titanic in ristrutturazione?
La sensazione è che alla fine si virerà su un altro nome, meno europeo, meno esaltante, ma più pratico. In attesa di poter, nuovamente, attrarre grandi allenatori e grandi giocatori non solo con il potere del denaro, ma con anche il fascino e la musichetta della Coppa dalle Grandi Orecchie.
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