Parto da qui, dai commenti che più di tutti negli ultimi giorni compaiono sui social. La Juventus ha appena vinto il suo sesto scudetto di fila, ha da poco più di 5 giorni vinto la Coppa Italia, la terza consecutiva, e si appresta ad andare a giocarsi una finale di Champions League contro il Real Madrid, la seconda in tre anni per entrambe le squadre.
Questo è il ritratto, con qualche numero, della Juventus. Ricca, bella, vincente. Non potrebbe esserci di meglio, anzi forse si: solida e innovativa nei quadri dirigenziali. E con uno stadio di proprietà, normalità europea, eccezione italiana.
Ecco, la Juventus è la normalità per una big europea, è un unicum in Italia. La prima grande forza bianconera risiede, prima di tutto, lì. Nella dirigenza capace in 10 anni di evolversi, lavorare bene e passare dalla festa promozione contro l'Arezzo, alla sesta festa consecutiva per lo scudetto. SESTA FESTA CONSECUTIVA.
Questo è il ritratto, con qualche numero, della Juventus. Ricca, bella, vincente. Non potrebbe esserci di meglio, anzi forse si: solida e innovativa nei quadri dirigenziali. E con uno stadio di proprietà, normalità europea, eccezione italiana.
Ecco, la Juventus è la normalità per una big europea, è un unicum in Italia. La prima grande forza bianconera risiede, prima di tutto, lì. Nella dirigenza capace in 10 anni di evolversi, lavorare bene e passare dalla festa promozione contro l'Arezzo, alla sesta festa consecutiva per lo scudetto. SESTA FESTA CONSECUTIVA.
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E non sarà importante il possibile Triplete di Cardiff per mettere nella storia del calcio questa Juve. La vittoria in Champions League la innalzerebbe unicamente nella Leggenda.
Non sono un tifoso bianconero, ma sono un tifoso invidioso. Invidioso dei risultati, ovviamente, ma soprattutto della capacità di trovare sempre alternative validissime, di operare sul mercato in maniera minuziosa e certosina, imparando dagli errori (e ce ne sono stati parecchi), attirando il meglio sul mercato e riuscendo a fare la voce grossa pagando le clausole dei migliori giocatori delle concorrenti in Italia. Sono invidioso della capacità di prendere decisioni dure, talvolta controcorrente, ma sempre perfette per l'armonia della squadra come in occasione della tribuna di Bonucci contro il Porto.
Non tutti sarebbero capaci di prendere una così netta posizione assecondando completamente l'allenatore.#UltimeNotizie Champions League, Porto- Juventus: il triste Bonucci in tribuna https://t.co/jJG3meQOpD pic.twitter.com/KnnKuwkLQ1— Andrea Marini (@andmarini) 23 febbraio 2017
E poi si arriva, ovviamente, e per forza a quel punto. L'allenatore. Il triennio Conte è stato fondamentale per ricostruire il gruppo, per ridare un'impronta alla squadra, per dare cattiveria e juventinità ad un ambiente a cui, forse, non bastavano i senatori e il solo Nedved in dirigenza. Dal miracolo del primo scudetto fino al terzo, fallendo però sempre l'appuntamento europeo.
E all'addio di Antonio in direzione nazionale, la scelta di Allegri. Ero tra quelli che se la rideva per la scelta di Allegri, perchè lo consideravo troppo pacato e tranquillo, rispetto al ciclone Conte. Quanti juventini ad annunciare il non rinnovo dell'abbonamento o a criticare la scelta di Marotta e Paratici. I pochi fiduciosi hanno avuto ragione su tutta la linea. Max, se possibile, si è mostrato ancor più affamato del predecessore, ancora più squalo. E, contro le aspettative di chiunque, ha rimesso la Juventus sulla mappa dell'Europa che conta, adattando le sue idee di calcio con il materiale, pregiatissimo, che aveva tra le mani. Finale persa contro il Barcellona, ottavi contro il Bayern e finale contro il Real Madrid ancora da giocare. In tre anni. Prendendo la creatura di Conte, inizialmente senza stravolgerla, arrivando poi a proporre la squadra più bella degli ultimi anni. A sua immagine e somiglianza, mandando in soffitta, quando conta, la difesa a 3 tanto cara all'attuale allenatore neo Campione d'Inghilterra.
E non prendiamoci troppo in giro, questa squadra ha stupito tutti. In Italia e in Europa. Affamata, sempre, quasi troppo. E' già nella storia. Nessuno aveva fatto meglio in Italia e in pochi, pochissimi in Europa, il Celtic e qualche altra squadra di campionati secondari. Lo stesso Bayern è a cinque campionati consecutivi. Stadio, dirigenza, allenatore e giocatori. Questi i segreti di Pulcinella bianconeri. E un ultimo piccolo, ma fondamentale passo. Perchè nella storia, quella con la S minuscola, la Juventus c'è già, il 3 giugno potrebbe essere Leggenda.
E all'addio di Antonio in direzione nazionale, la scelta di Allegri. Ero tra quelli che se la rideva per la scelta di Allegri, perchè lo consideravo troppo pacato e tranquillo, rispetto al ciclone Conte. Quanti juventini ad annunciare il non rinnovo dell'abbonamento o a criticare la scelta di Marotta e Paratici. I pochi fiduciosi hanno avuto ragione su tutta la linea. Max, se possibile, si è mostrato ancor più affamato del predecessore, ancora più squalo. E, contro le aspettative di chiunque, ha rimesso la Juventus sulla mappa dell'Europa che conta, adattando le sue idee di calcio con il materiale, pregiatissimo, che aveva tra le mani. Finale persa contro il Barcellona, ottavi contro il Bayern e finale contro il Real Madrid ancora da giocare. In tre anni. Prendendo la creatura di Conte, inizialmente senza stravolgerla, arrivando poi a proporre la squadra più bella degli ultimi anni. A sua immagine e somiglianza, mandando in soffitta, quando conta, la difesa a 3 tanto cara all'attuale allenatore neo Campione d'Inghilterra.
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