Lo sfottò è il pepe dello sport


Divido la mia "vita sportiva" in due tronconi, i primi 10 anni in cui l'unico punto di riferimento è stato lo sport europeo, calcio o basket che fosse,  i successivi 10 in cui il punto di riferimento unico e assoluto nella gestione dello sport e di tutto ciò che gli gira attorno è stato il mondo americano.
NBA soprattutto, ma anche NFL. NHL e MLB non hanno mai stimolato particolarmente il mio gusto a livello sportivo, ma un occhio alla gestione social delle varie franchigie l'ho sempre dato.

Il motivo? Molto semplice, la curiosità di capire perchè i campionati americani fossero quelli più attrattivi, perchè ovunque nel mondo conoscessero i Lakers, i Celtics, i Bulls, i Red Soxs, i 49ers e chi più ne ha, più ne metta. Sono i campionati più belli del mondo, quelli che raccolgono il maggior numero di campioni, la massima espressione del loro sport, certo, tutto estremamente vero, ma c'è, a mio parere, dell'altro: la comunicazione.

Fondamentale e troppo spesso sottovalutata, la gestione della comunicazione e, sempre di più, dei social è alla base del successo di una franchigia, o una società. Non deve sorprendere la corsa ai follower degli ultimi anni, è anche da lì, dalla facilità di ricezione dei vari mercati non autoctoni che si costruisce una fan base straniera che può aumentare il giro d'affari. E i migliori, di gran lunga sono gli americani. Quelli per cui lo sport è business e entertainment prima che cuore. Fa a pugni con quella che è la filosofia che muove i movimenti sportivi in Europa, ma i frutti, quelli di carta che hanno parecchio valore, si raccolgono nel loro modo.

Ecco che non mi stupisce che a provare una comunicazione più all'americana siano la Roma, con il suo profilo in inglese, le società tedesche sempre attentissime a questi sviluppi, e il Paris Saint Germain la cui collaborazione con la Nike e la Jordan è ben più profonda del logo sulla maglia e dell'importantissimo assegno che l'azienda dello sbuffo fa arrivare ogni anno a Parigi.

E ieri sera, dopo il passaggio del turno, più difficile del previsto, e la conseguente qualificazione in semifinale dei parigini è arrivato un tweet "all'americana". Uno sfottò sottile, non offensivo, ma chiaro.

 Chi qualche estate fa non è stato travolto da Baila como el Papu e da quel balletto? E' diventata una hit internazionale e il SMM francese, per la pagina in spagnolo, ha colto la palla al balzo e non si è fatto scappare l'occasione. Ed ecco a voi Baila como el Chupo con la foto di Chupo Moting, uomo della provvidenza francese.

E allora apriti cielo, mancanza di rispetto, antisportività, volgarità, bassezza. Sul PSG se ne sono lette di tutti i colori. A me ha semplicemente strappato un sorriso, perchè non c'è stato nessun tipo di insulto, nessun tipo di offesa nè mancanza di rispetto. Solo il sano sfottò che esiste da sempre nel mondo dello sport. Dai e ricevi, sempre all'interno di quel confine che è il rispetto reciproco e l'assenza di offesa.
Ma non è una mentalità europea e tantomeno italiana, è molto americana, quella linea sottile, sottilissima che divide il paganesimo, che è lo sport, dalla passione e dall'intrattenimento. E in Italia il culto lo continuiamo ad alimentare, senza alcun tipo di freno nè tentativo di spostarci culturalmente verso la seconda concezione dello sport. Ed è dal paganesimo sfrenato e cieco che vengono fuori le offese più becere, gli striscioni di insulti e di offese nei confronti dei morti e gli scontri tra tifoserie, non dal sano sfottò. Dal non prendere in modo un po' più leggero quella che è una battuta simpatica e non un insulto e un attacco diretto e frontale.

Fossi nel SMM atalantino me lo terrei via un tweet pronto, sempre di sano sfottò, non di insulto. Sai mai che il PSG dovesse andare via da Lisbona senza coppa e allora tac, gli piazzo lo sfottò di rimando. E invece no, il massimo che verrà fatto sarà un comunicato in cui si condannerà il comportamento del PSG perchè antisportivo e irrispettoso dell'avversario, in pieno stile italiano serioso. Sempre che non lo si lasci passare nel silenzio e alla prossima, cosa più che possibile.

Io rimango sempre affascinato dalla gestione social, mi piace andare a vedere i numeri, le statistiche, le interazioni. Ecco, non è un caso che ad avere risultati migliori sia come numeri social sia come ricavi economici.
Esempio più lampante di sfottò e istigazione social? I Miami Heat. Prima della partita contro gli Indiana Pacers si sono presentati con questo tweet.
A chi non segue la NBA, ovviamente, non dirà assolutamente nulla, chi segue, ovviamente, non può che ricordare la doppia espulsione di TJ Warren e Jimmy Butler nella partita precedente giocata tra le due e il bacio mandato da Butler all'avversario.
Tweet antisportivo? Nemmeno un po'. Solo sereno e divertente sfottò, nulla di più. Quello che fa ridere i tifosi e "li esaltano" sui social se a farlo sono i loro compagni di tifo, ma che crea scandalo se a farlo sono i propri SMM.

Ed è uno dei tanti esempi che potrei fare a riguardo.
Se avete voglia e un po' di tempo, suggerisco di andare a guardare il profilo dei Phoenix Suns (@suns) è meraviglioso, sportivo e con la giusta dose di sfottò che piace sempre.


Ma probabilmente non piacerà ai puristi e probabilmente ha sempre avuto ragione Churcill a dire che gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e le guerre come se fossero partite di calcio. Basterebbe ricominciare a considerare lo sport quello che è: una passione, anche sfrenata, e un gioco, seppur molto costoso, sempre un gioco.

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About Matteo Vismara

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