"La rivoluzione dei campionati porterà a maggior equilibrio, maggior interesse e una crescita ancor più evidente dei ragazzi"
Più o meno erano questi i toni dei dirigenti FIGC che cinque anni fa hanno presentato lo stravolgimento dei campionati primavera. Il tutto era fatto, principalmente, per le televisioni ed un imminente accordo con una nota tv italiana che voleva acquistare i diritti in esclusiva, ma non si poteva dirlo così palesemente.
Perchè prima erano 3 gironi, divisi in modo territoriale in grandi fasce verticali e non orizzontali (est, centro e ovest), le grandi big si incontravano poco, quasi solo ai playoff, si assisteva a vere e proprie goleade che le grandi impartivano alle squadre primavera delle neopromosse in Serie B.
Non proprio un grande spettacolo per lo spettatore neutrale, non il modo migliore per far crescere i calciatori di domani quello di metterli di fronte a 10 avversarie decisamente meno forti. Troppo poco probante, troppo poco allenante.
E allora via alla rivoluzione, due campionati: Primavera 1 e Primavera 2.
Tre gironi, da 16 squadre, come prima, ma con una differenza, nel Primavera 1 si è tutti nello stesso calderone, le migliori primavere da nord a sud senza alcuna divisione territoriale, come invece accade nella divisione dei due gironi del Primavera 2.
E quindi via a retrocessioni e playout e promozioni e playoff, senza rinunciare a quella che è stata l'idea meglio riuscita: i playoff Scudetto.
Quelli rimangono, perchè sono televisivamente belli e perchè almeno il campionato rimane avvincente fino all'ultima giornata evitando che la squadra lepre di turno ammazzi il torneo a metà.
Effettivamente è una formula che ha regalato notevoli sorprese e non ha deluso le attese, nei primi tre anni tanti sono stati i cambiamenti in testa quanto quelli in coda, a lasciarci le penne con retrocessioni dirette sono state anche le big, Lazio, Milan e Napoli, una all'anno. Basta poco, pochissimo. Un filotto di risultati sbagliati, un'annata meno forte, qualche infortunio di troppo, scelte di mercato errate con lo smembramento dello zoccolo duro e si rischia di passare dai playoff alla retrocessione (Chievo), dalla Youth League, seppur conquistata grazie ai risultati della prima squadra, al fondo della classifica (Napoli).
Ne guadagnano lo spettacolo, l'incertezza e la competitività, probabilmente ne va a perdere l'ultimo grado di formazione del ragazzo, come persona prima che come giocatore. Siamo davanti al risultatismo estremo, c'è poco da divertirsi, prima di tutto va salvata la categoria e poi bisogna puntare al colpo grosso, i playoff. E allora giocano subito i più pronti, che non sempre coincidono con i più talentuosi.
Tanto sono cambiate quelle in coda, con sorprese notevoli, tanto sono cambiate quelle in testa che sono andate a giocarsi i playoff. Considerati occupati i posti dedicati agli abbonati di lunga data (Atalanta, Inter, Roma e Juventus) in tante si sono alternate a mangiare al tavolo dei grandi sogni giovanili con alterne fortune, dal Cagliari, al Torino, al Chievo, alla Fiorentina, al Genoa, ogni anno almeno una candidata ad una semplice salvezza tranquilla ribalta i pronostici e si prenota per un posto nelle magnifiche 8.
E, se possibile, questa stagione è ancora più incredibile, fatta di sabbie mobili ad ogni partita, un campionato iniziato a settembre, fermato fino a gennaio, recuperato ora e che, sostanzialmente, ricomincerà adesso con tutti alla pari. Tutti a 10 giornate giocate. In 8 punti dalla seconda (Spal) alla penultima (Cagliari), forbice che si allarga a 12 se comprendiamo anche la Roma prima. Solo l'Ascoli ultimissimo e che ha collezionato solo un punto sembra fuori da qualsiasi tipo di gioco, le altre sono in corsa tutte per ogni piazzamento con 22 giornate ancora da giocare.
Anche perchè le varie sfidanti hanno mostrato un andamento che dire altalenante è dir poco. La Roma schiacciasassi di fine 2020 (6 vittorie in 6 partite) ha iniziato il 2021 facendo 4 punti in 4 giornate e facendosi buttare fuori dal Verona in Coppa Italia, l'Atalanta ammazza campionati che per la prima volta non presenta un fenomeno della sua generazione e ogni tanto incespica, Juve e Inter sono alla ricerca di continuità e alternano grandi prestazioni a partite da mani nei capelli, il Milan di Giunti si scopre bello nel weekend e orribile nei giorni feriali, la Fiorentina di Aquilani sta affrontando una crisi di risultati che non si vedeva da tempo figlia anche di un allenatore giovane e alle prime esperienze in categoria, il Torino con due vittorie consecutive sembra essere leggermente in ripresa dopo che aveva fatto 6 punti nelle precedenti otto giornate e il Sassuolo che, partito fortissimo, non sa più vincere e dalla ripresa ha infilato 4 pareggi e 2 sconfitte.
Ad approfittarne, per ora, sono quindi squadre che nelle griglie di partenza erano date più vicine alla zona retrocessione, le ottime Bologna e Sampdoria, la straordinaria Spal neopromossa che ha già conquistato lo scalpo di Inter (a ottobre) e Roma (a gennaio) e si sta facendo inebriare dall'aria di altissima classifica. Tutte lì, tutte insieme in pochi punti, ogni giornata può cambiare tutto, tranne l'ultimo posto dell'Ascoli e il primo della Roma, per il momento.
Magari non usciranno dei campioni, ma al quarto tentativo, il Primavera 1 sta rispecchiando le attese, almeno quelle di interesse per lo spettatore: campionato pazzo, impronosticabile e divertente.
Poco spensierato e troppo legato al risultato probabilmente in alcune partite, ma sorprendentemente interessante.
Vietato per tutti sedersi sugli allori della classifica e rilassarsi, le sabbie mobili possono trovarsi in ogni campo, nel caso del Bologna nel vero senso della parola: in un attimo ci si potrebbe risvegliare obbligati a guardare dietro e non davanti.
0 commenti:
Posta un commento