Juventus in finale, il capolavoro di Allegri.

Gigi ricorda  Berlino 2006/Twitter
É tutto vero. É passata una notte, probabilmente una delle più dolci dell'ultimo decennio per il popolo bianconero. La finale di Champions League mancava dal 2003 e anche in quell'occasione a dare il lasciapassare ai bianconeri fu il Real Madrid. Ma con la squalifica di Nedved sul groppone, tutti sappiamo come finí la prima, e fin'ora unica, finale tutta italiana. Oggi questa Juve é probabilmente meno talentuosa di quella di Lippi, ma ha un'anima guerriera e operaia che forse i campioni del 2003 avevano meno. Di certo però tra le quattro semifinaliste i bianconeri erano quelli meno accreditati per la vittoria finale.
Anche Pirlo torna indietro di 9 anni/Twitter
E invece adesso impazza gli hastag #FinoAllaFine e #AndiamoABerlino, con l'aggiunta ogni tanto di un Beppe, che ricorda tanto le notti tedesche del 2006. Ne sanno qualcosa Buffon, Pirlo e Barzagli, giocatori fondamentali in quella nazionale come in questa Juventus, nonostante il difensore stia vivendo una stagione difficile a causa degli infortuni. Ma sia il portiere che il centrocampista non si sono nascosti, il richiamo alla finale mondiale é stato chiaro. E, giustamente adesso, come non crederci.

I complimenti di Alex Del Piero/Twitter
Nell'ultimo mese la parola Triplete non è stata più solo accostata all'Inter di Mourinho, ma anche alla prima Juventus di Max Allegri, che non ha mai parlato della possibilità prima del fischio finale di Madrid. Ora non può nascondersi, la squadra bianconera è a due partite, contro Lazio e Barcellona, dall'essere campione di tutto in una sola stagione.
Accolto tra lo stupore e lo scetticismo generale, (me compreso, faccio mea culpa, articolo) Max ha saputo prendersi la Juventus e il cuore dei tifosi attraverso il lavoro quotidiano e i risultati, soprattutto europei. Fare meglio di Conte in Italia era, e rimane, francamente impossibile. L'era del tecnico salentino si chiudeva con il terzo scudetto di fila, quello dei record. Ad Acciughino l'improbo compito di non far rimpiangere una bandiera bianconera, prima in campo e poi in panchina. Lui che arrivava dal Milan, lui che di attacchi alla Juve ne aveva tirati diversi nel corso dei suoi anni rossoneri.
Tutto resettato.
Nessuno dimentica le parole di Conte/Twitter

E' ripartito con umiltà, senza frasi ad effetto per la stampa, ma con discorsi intensi per i suoi ragazzi. Si è dimostrato intelligente ripartendo dal modulo di Conte, senza disdegnare il passaggio alla difesa a quattro e al trequartista. Cambio effettuato contro l'Olympiakos, prima vera partita da dentro o fuori. Sotto 1-2 in casa contro i greci cambio di modulo e partita ribaltata. Questa forse la vera svolta della stagione bianconera. Un po' come quel rocambolesco 1-2 a Kiev per gli uomini di Mourinho.
Da lì in poi i bianconeri in Europa non hanno più sbagliato, aiutati anche da un sorteggio non complicatissimo, ma per arrivare in fondo devi essere forte, e anche tanto, e la Juve lo è.
Perchè alla fine i fatturati parlano chiaro, così come le spese in sede di mercato, la Juventus si è seduta ad un tavolo da 100€ con 10€ in mano, ma probabilmente non era quello di un ristorante, ma quello verde da poker. E andando in All In a rialzato le proprie quote. Ha sbancato il piatto buttando fuori l'ultimo Borussia di Klopp, in crisi mistica, facendo un partitone proprio in Germania, ha ripulito le tasche piene di rubli del Monaco e ha mostrato, ancora una volta, che gli scarti Reali che arrivano da Madrid possono incidere e parecchio lontano dalla capitale spagnola. Fu così per Sneijder, è stato così per Morata autore di due gol pesantissimi proprio contro la sua ex squadra.
Adesso la Juventus potrà avere ancora 10€ in mano, al cospetto del colosso Barcellona, ma si è guadagnata il rispetto dei catalani, ben più di quanto non ne avesse durante l'epopea contiana.
La #Fiuuunale è raggiunta/Twitter
Il vero capolavoro di Allegri è stato quello europeo. Lui che con il Milan non era mai andato oltre i quarti di finale, sempre eliminato dal Barcellona. E così la finale avrà quel sapore particolare anche per il conte Max, capace di imbrigliare la squadra catalana lontano dalla Spagna, ma incapace di concludere il lavoro in terra iberica.
Adesso la partita è secca e si gioca in Germania, dove sia i bianconeri che i blaugrana sono dovuti passare prima di arrivare all'ultimo atto.
Si gioca a Berlino dove Lippi ha raggiunto la vetta più alta della sua carriera, partendo dal gruppo più che dalle individualità. Un po' come ha fatto Allegri.
E in fondo proprio il nome di Max era il più quotato, prima dell'addio di Conte, per la panchina azzurra. Che sia un segnale?
Il capolavoro è già stato fatto, la Juventus è tornata a ruggire anche in Europa, per il miracolo provate a passare dopo il 6 giugno. Ma già più qualcuno non rimpiange il salentino.




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