Negli scorsi giorni abbiamo iniziato a parlare dei prossimi free agent, chiudiamo il capitolo, relativo ai giocatori che saranno liberi di cercarsi autonomamente una squadra la prossima stagione, con questa seconda parte.
Nello scorso articolo si è parlato soprattutto di quei giocatori di punta che potrebbero far fare il salto di qualità effettivo ad una franchigia.
Oggi andremo a concentrarsi sui cosiddetti role-player e sui giocatori di rotazione e in uscita dalla panchina. Nel calderone anche tre dei nostri quattro italiani oltreoceano.
DeMarre Carrol: Ottima la sua stagione ad Atlanta. Ha trovato il suo specifico ruolo nel meccanismo ben oliato di Budenholzher. Il suo futuro potrebbe essere legato strettamente a quello di Paul Millsap. Probabilmente si siederanno insieme ad un tavolo per decidere il loro futuro, che con buone probabilità sarà ancora tra le aquile. Il suo agente però ha fatto capire che se arrivasse un'offerta da 10 milioni di dollari all'anno difficilmente gli Hawks la pareggerebbero (al momento sono fermi a 7).
Gigi Datome: Difficile prevedere il futuro di Gigi. A Boston ha mostrato di poter essere un buon elemento in uscita dalla panchina e ha giocato, poco, anche nei playoff. La fiducia di Stevens nel suo tiro da 3 è notevole e potrebbe diventare un tiratore dall'arco, in stile Belinelli. Al momento intorno al sardo non si muove nulla, con anche le grandi di Eurolega alla finestra. Sicuramente parteciperà all'Europeo, dimostrando di interessarsi relativamente alla sua free agency. La sua speranza è quella di rimanere ancora in America, anche se il ritorno nel Vecchio Continente non è da escludere.
Brook Lopez: Ha chiuso la Regular Season in un crescendo stratosferico che ha portato Brooklyn fino ai playoff e a due vittorie contro Atlanta. Potrebbe essere uno dei pezzi interessanti già di questa free agency se decidesse di rinunciare ad una player option da 16 mln $. Lakers e Knicks rimangono alla finestra. Memphis si guarda attorno in attesa di capire le scelte di Gasol. Già quest'estate le possibilità abbonderebbero.
Greg Monroe: Via quasi sicuramente da Detroit le due franchigie più interessate al lungo sono San Antonio, ma tutto o quasi dipende da Duncan e dalle scelte di Gasol e Aldridge, e Boston che vorrebbero aggiungerlo a Zeller nello starting five. Se il progetto dovesse iniziare a delinearsi interessante allora i Celtics potrebbero diventare una meta ambita al lungo. In caso contrario il Texas potrebbe abbracciare l'ex Georgetown University.
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| Green festeggia così il titolo di MVP della stagione di Curry/Twitter |
Jeremy Lin: Con l'esplosione di Clarkson il suo addio a Los Angeles è praticamente una certezza. Arrivato da Houston non ha aiutato la causa, anche se, vista la situazione, la missione sembrava impossibile. Chi sperava in un miracolo in stile Lin-sanity newyorkese si è dovuto ricredere in fretta. Niente miracoli. Il suo contrattone in scadenza permetterà ai Lakers di avere più spazio salariale. L'interesse poi per Dragic e Rondo in free agency e per Russel e Mudyai in ottica Draft lo spingono ancor più lontano.
Andrea Bargnani: Le ultime stagioni sono state di basso livello, ma nonostante questo il Mago ha detto che gli piacerebbe giocare in una contender. L'ultima parte di stagione lo ha visto viaggiare a più di 15 punti di media, con un'ottima presenza anche a rimbalzo. Di rumors intono a Bargnani ce ne sono pochi. A New York stanno pensando di proporgli un nuovo contratto a cifre, ovviamente, minori. Possibile che decida di rimanere nella Grande Mela, soprattutto nel caso in cui arrivasse qualche grande free agent. Tutta questa ambizione e sicurezza stona, però, con gli ultimi risultati ottenuti sul campo.
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| Il ringraziamento di Beli ai suoi tifosi dopo gara 7/Twitter |
Manu Ginobili: Una rifirma, nel caso decidesse di non ritirarsi, è praticamente pronta per lui. Probabile che dopo l'uscita in gara 7 contro i Clippers voglia tornare (come ha detto Pop a fine partita, video) ai PO per provare l'ultima cavalcata con gli Speroni. Tutto però rimane nelle sue mani. La sensazione è, comunque, che anche nel 2016 vedremo il suo nasone ai maggio.
Louis Williams: Sesto uomo dell'anno. Non è riuscito a mantenere il suo livello anche nei playoff, ma la colpa del 4-0 con cui i Raptors sono tornati in Canada non può essere sua. Grandissima stagione giocata, a Toronto vorrebbero tenerlo e lui non ha mai detto di volersene andare. A meno di proposte stratosferiche, difficilmente lascerà i Lucertoloni.
Paul Pierce: The Truth ha ucciso i Raptors per il secondo anno consecutivo al primo turno. A Washington si è detto rinato e convinto di giocare in una seria contender per le Finals di conference. (siamo 5-0 in post season per ora) Wall e Beal sono due giocatori con margini di miglioramento stratosferici e Pierce lo sa. Se dovesse essergli offerta la possibilità la firma sarebbe certa. Meglio giocare tanti minuti in una outsider piuttosto che essere il giocatore in uscita dalla panchina di uno squadrone. Come sempre mai banale.


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