Pedro è un super eroe e adesso potrebbe cambiare tutto

Pedro con la Supercoppa/Twitter
Tanto tuonò che alla fine non piovve!
All'inizio fu la mamma di Pedro a dire che il figlio avrebbe "sicuramente firmato per una squadra di Premier League". E quando entrano in ballo le mamme non c'è mai da scherzare.
E allora ecco che prendevano il via le speculazioni, con il Manchester United in prima fila pronto a mettere sul piatto i 30, o 35 ancora non si è capito, milioni necessari per pagare la clausola rescissoria e permettere a Pedro di correre veloce verso l'Inghilterra.
Nel mentre i cugini del City provavano l'ennesimo rilancio con un'offerta di contratto maggiore per il giocatore e il Barcellona si preparava alla partita di Supercoppa Europea.

Ma i malumori dello spagnolo sembravano essere argomento noto alla dirigenza catalana che, ancor prima delle elezioni del nuovo presidente, si era tutelata portando in Catalunia il turco Arda Turan, anche a costo di tenerlo in naftalina fino a gennaio, causa blocco del mercato.
Ecco però che, anche esistesse un accordo tra giocatore e club inglesi, Luis Enrique chiede al suo ragazzo di pazientare ancora un po' a lasciare la casa Barcellona, vista l'assenza di Neymar per la Supercoppa Europea, e probabilmente per l'andata della Supercoppa di Spagna.
La scelta di schierare Rafinha titolare e non Pedro sembra il preludio annunciato all'ultima presenza con i campioni di tutto. Il 4-1 di Suarez sembra mandare i titoli di coda sulla partita, poi invece black-out completo dei catalani e Siviglia che fa 4-4 e la porta ai supplementari.

Ed ecco che entra in scena Pedro Rodriguez, o semplicemente Pedrito. Nel 2009 aveva segnato in tutte le manifestazioni a cui aveva preso parte. Aveva schiantato lo Shaktar Donetsk ai supplementari, diventando Super Pedro. Oscurando per una notte Leo Messi.
Ieri sera è entrato sapendo che sarebbe potuta essere la sua ultima recita al fianco del miglior giocatore del mondo. La sua ultima esecuzione del magnifico spartito catalano con il 7 sulle spalle.
E allora ecco che cambia tutto. Il minuto è il 115', ormai lo spettro dei calci di rigore si staglia sempre più terrificante dietro la schiena di Luis Enrique e dei giocatori del Barcellona. Messi calcia una punizione contro la barriera, ma la palla gli ritorna e colpisce, Beto para come può. Ma sbuca, ancora una volta, l'uomo delle finali, l'uomo dei supplementari. A Montecarlo nel 2009, come a Tbilisi nel 2015 a fianco al minuto 115, nel tabellino dei marcatori, compare il nome di Pedro che si lancia verso i tifosi per festeggiare e viene sommerso da tutti i suoi compagni di squadra.
Lui che 6 anni fa, a 22 anni, era l'uomo in più, l'arma nuova, del Barca di Guardiola, oggi si ritrova a dover elemosinare le briciole di tempo che gli concedono Neymar, Suarez e Messi. Lui che è l'uomo dell'Happy ending.
Pedro:"Non è per il denaro, ma per i minuti"/Marca.es

Probabilmente colpito dall'affetto mostrato nei suoi confronti dai tifosi, e tifose soprattutto, nelle ultime settimane e dai compagni durante la festa, ha chiesto di spegnere i motori dell'aereo già in partenza da El Prat in direzione Inghilterra. Ha detto di voler solo giocare di più e non è detto che dopo l'ennesima finale in cui si è trasformato nell'uomo della provvidenza, senza oscurare Messi questa volta, a Barcellona non si decidano a dargli più spazio. Perchè dopo 11 anni continuativi di Barcellona anche a Pedro viene difficile pensarsi con indosso una maglia diversa. Non sa cosa succederà, ma rimarrà, ovviamente, per sempre tifoso del Barca. E a Manchester sperano possa decidersi in fretta e magari decidere qualche finale, ma a Barcellona non vorrebbero lasciarlo
Soprattutto perchè ci sono ancora 2 finali per diventare nuovamente Super.
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