Sampdoria tante coincidenze nefaste

Anno 2010: la Sampdoria di Del Neri arriva quarta in campionato e si qualifica per la prima volta nella sua storia ai preliminari di Champions League. C'erano Cassano e Pazzini a guidare la truppa.
Del Neri lascia per accettare la sfida della ricostruzione juventina. Arriva Di Carlo. Brutta partita a Brema (3-1 per i verdi), a Genova la Samp va avanti 3-0 a pochi minuti dalla fine della partita. Poi Rosemberg nel recupero e Pizarro ai supplementari mandano i blucerchiati all'Inferno, dopo aver avuto un piede e mezzo in Paradiso.
Da lì in poi una caduta libera. Cambiano gli allenatori, vanno via Cassano e Pazzini in direzione Milano (Cassano al Milan e Pazzini all'Inter) per poi scambiarsi la maglia due anni dopo. La Samp non si ritrova più e va incontro alla più triste pagina  della sua storia recente: la retrocessione. Con annessi sfottò cittadini.

Niente impresa in Serbia/Twitter
Anno 2015: la Sampdoria di Sinisa Mihajlovic torna in Europa (Europa League in questo caso) a discapito del Genoa che non riceve l'ok dalla UEFA. La rinascita dopo il ritorno in Serie A è totale. I blucerchiati hanno iniziato la stagione con Gabbiadini e Eder a tirare la carretta e si veleggiava vicini al posto Champions. Poi l'addio dell'italiano verso Napoli e l'infortunio del brasiliano hanno fatto precipitare la Samp fino al settimo posto. Europa League "persa" sul campo, ma vinta in tribunale. L'allenatore serbo lascia per accettare la sfida di ricostruzione propostagli dal Milan. Arriva Walter Zenga. Bruttissima partita all'Olimpico di Torino contro il Vojvodina, perchè Marassi è indisponibile, (0-4 con i serbi che passeggiano), a Novi Sad Eder e Muriel provano a suonare la carica, ma la rimonta è impossibile. Finisce 2-0 per la Samp, ma si torna a casa senza poter dire la propria in Europa. Zenga per ora rimane sulla sua panchina, ma le ventate della scorsa settimana che stavano per farlo cadere si sono solo quietate, non sono scomparse.

Le coincidenze finiscono qui. O meglio per i più scaramantici possiamo anche sottolineare come entrambi gli allenatori del fallimento preliminare, Di Carlo e Zenga, sono pelati, ma questa non è una "qualità" importante quando alleni.
Le sensazioni però non sono particolarmente buone. Ora come allora il mercato era stato vincolato ad un accesso in Europa. Addirittura nelle ultime settimane sono uscite voci secondo cui a pagare tutte le spese doriane sia ancora la Famiglia Garrone e non Massimo Ferrero, il re delle interviste e di Twitter. Adesso comunque Ferrero e il DS Osti dovranno cercare di migliorare la squadra in ottica campionato per evitare che le coincidenze "preliminari" abbiano riscontro anche a fine stagione, magari iniziando senza l'esonero di Zenga dopo solo un paio di mesi di lavoro.
A fine campionato, o forse già a gennaio, potremo vedere se queste coincidenze, rimarranno solo casuali oppure possano diventare una spia rossa d'allarme sulla macchina blucerchiata.
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