Cinquina e sorteggi sfortunati. Le avversarie delle italiane in Europa League

Giovedì sera le cinque squadre impegnate nei sedicesimi di finale di Europa League hanno scritto una pagina nuova del calcio europeo e italiano. Non era mai successo che cinque squadre del nostro paese approdassero tra le migliori 16 della seconda competizione europea.
Il titolo de "La Gazzetta" prima del sorteggio. En Plein/ Gazzetta.it
Ci si era fermati due volte a 4 su 5, questa volta la manita è stata servita in modo eccezionale. 5 vittorie in altrettanti incontri. Partite di ordinaria amministrazione, come quella del Napoli con il Trabzonspor, di controllo, come quella dell'Inter, dimostrazioni di forza importanti, come le vittorie di Fiorentina e Roma, e veri e propri miracoli sportivi, come la partita del Torino a Bilbao.

L'Italia esce così con un vestito nuovo dai sedicesimi di Europa League, con la certezza che più di una squadra potrà dire la sua fino in fondo alla competizione, che mette in palio un biglietto omaggio per la partecipazione alla prossima Champions League, non proprio bruscolini.
Ma a Nyon subito sono arrivate notizie non buone per le italiane. Come lo scorso anno, alla Fiorentina toccherà lo scontro fratricida. Ancora contro un'eliminata dalla Champions, nel 2014 fu la Juventus, oggi la Roma. Brutte notizie anche per Inter e Torino, impegnate rispettivamente contro Wolfsburg e Zenith, non certo da sfregarsi le mani. Un po' meglio va al Napoli, che però dovrà gestire, proprio come i granata, una trasferta a casa Putin, contro la Dynamo Mosca.
L'urna ha anche regalato il derby spagnolo tra Siviglia, campione in carica, e Villareal, ma è una magra consolazione. Sicuramente incontrare Dynamo Kiev, Bruges o Besiktas, carnefice del Liverpool, avrebbe reso i nostri tecnici più felici. Ma come si dice sempre per vincere bisogna batterle tutte e quindi che si giochi agli ottavi o in finale fa poca differenza, o forse molta per chi guarda al ranking.


Il Premier Renzi sulla sfida contro la Roma/Twitter
Roma e Fiorentina sono chiamate alla sfida interna per decidere chi porterà, almeno fino ai quarti, la bandiera italiana in Europa. I viola sono in netta crescita rispetto a qualche mese fa, i giallorossi in caduta e, soprattutto, in attesa che i nuovi acquisti offensivi, soprattutto Doumbia, si intregrino con il resto della squadra. Da questi e tanti altri fattori dipenderà la doppia sfida del Franchi e dell'Olimpico. Lo scorso anno in Coppa Italia a passare furono i viola di Montella, ex mai dimenticato della partita, quest'anno gli uomini di Garcia vorrebbero ridare il favore.
Uomini chiave: Le chiavi saranno, come sempre gli attacchi e chi dovrà innescare le punte. Gomez sembra stia tornando sempre più vicino alla versione Panzer ammirata a Monaco di Baviera, Borja Valero sta avendo qualche pausa di troppo, ma quando decide di giocare fa sempre la differenza e occhio a Mati Fernandez che si sta riscoprendo grande, dopo un paio di stagioni non esaltanti.
Totti rimane sempre il punto di riferimento offensivo dei giallorossi, ma mai come contro i viola potrebbe servire la velocità dei vari Iturbe, Gervinho, Ljajic e Doumbia, per sfruttare i limiti dei centrali viola.


Così Mancini sul sorteggio degli ottavi di finale/Twitter
Inter-Wolfsburg. Se c'era un'avversaria da evitare quella erano proprio i tedeschi. Forma strepitosa, unica squadra che sta tenendo il passo dei campioni del Bayern, dopo averli triturati 4-1 alla prima partita del nuovo anno. Il tasso di difficoltà è elevato. I lupi sponsorizzati Volkswagen nelle ultime due sessioni di mercato hanno preso dal Chelsea due talenti purissimi come De Bruyne e il campione del mondo Schurrle. Là davanti l'olandese Dost è in uno stato di forma straordinario e potrebbe essere un cliente scomodo per Ranocchia e Vidic, non proprio due fulmini. Però dietro qualche spazio i tedeschi lo lasciano, con Naldo che non è più un giovanotto e con lo svizzero Rodriguez più bravo ad attaccare che a difendere. Il tasso di difficoltà è alto, ma per tornare grandi il modo migliore è affrontare grandi sfide.
Uomini Chiave: Per Mancini gli uomini chiave potrebbero essere Juan Jesus e Shaqiri. Il brasiliano perchè è il giocatore più rapido della squadra e avrà l'ingrato compito di dividersi tra Dost e De Bruyne per evitare che partano in velocità e arrivino troppo vicini alla porta di Handanovic. Lo svizzero invece conosce bene i verdi tedeschi, dopo aver giocato per 2 stagioni e mezza in Germania. Al momento nello scacchiere di Mancini ha la possibilità di svariare su tutto il fronte offensivo. Preferisce agire nella zona destra dell'attacco per potersi accentrare e tirare. Lì dove gioca il suo connazionale Ricardo Rodriguez, da questo miss-match potrebbero dipendere le sorti nerazzurre in Europa.
Accolta così l'impresa granata sull'account ufficiale/Twitter

Torino-Zenith: Sinceramente un'altra montagna troppo grande da scalare per i Ventura Boys che però venivano dati per spacciati anche contro l'Athletic Bilbao. Invece in terra basca i leoni sono stati i granata, che hanno fatto una vera e propria impresa, vendicando in parte il Napoli estromesso dalla Champions League ad agosto proprio a causa di una sconfitta al San Mames. Cuore, corsa, organizzazione e voglia di continuare a stupire. Questi gli ingredienti che hanno portato il Toro tra le migliori 16 dell'Europa dei piccoli. E la città di Torino fa 2 su 2 agli ottavi, tra CL ed EL, non un caso probabilmente. In estate i granata hanno perso Immobile e Cerci, sono arrivato Quagliarella, a giugno, e Maxi Lopez, a gennaio. Proprio la Galina de oro ha ricominciato a fare le uova dorate, proprio come nella favola di Esopo. 3 gol ai baschi tra andata e ritorno e nuova giovinezza dopo un paio di stagioni difficili anche e soprattutto per i famosi gossip.
Le possibilità di passare sembrano effettivamente poche, ma chissà che il cuore Toro non permetta di portare a casa lo scalpo di un'altra eliminata dalla coppa dei grandi.
Uomini Chiave: Darmian, Quagliarella e Maxi Lopez. Gli unici con esperienza internazionale. I due italiani hanno partecipato, una volta a testa, agli ultimi due pessimi mondiali azzurri, risultando però sempre tra i migliori in campo. Maxi ha giocato con Barcellona e Milan e sa reggere la pressione, come dimostrato nella doppia sfida contro i baschi. La trasferta al gelo russo potrebbe complicare i piani. La forza del Torino è stata quella di saper ribaltare i pronostici e le possibilità per farlo ci sono. Ovvio che contro una squadra che presenta in attacco Hulk e Rondon qualche preoccupazione ci sia.


Napoli-Dynamo Mosca: Ci vanno con i piedi di piombo a Napoli. Benitez e Bigon hanno lodato la squadra moscovita perchè nei gironi è passata a punteggio pieno, ma probabilmente hanno tirato un sospiro di sollievo quando sono usciti i moscoviti dall'urna. Il loro meglio lo hanno in attacco dove, il pupillo di Capello, Kokorin,  ottimamente supportato da giocatori di livello internazionale come l'ungherese, ex PSV, Dzsudzsak (nome impronunciabile per il 99% del mondo, non provateci a casa) e dall'ex marsigliese Valbuena, vero e proprio uomo in più della squadra allenata da Cherchesov, ex portiere della nazionale Russa. Tra tutte quella per gli azzurri è la sfida più abbordabile, ma guai a prendere l'impegno sotto gamba. L'anno scorso lo scherzo è arrivato per mano del Viktoria Plzen, non troppo diverso dall'attuale Dynamo.
Le parole di Benitez riguardo al sorteggio/Twitter
Uomini Chiave: Uno e un solo nome, Gonzalo Higuain. Testa e spalle sopra tutti gli altri, a Trebisonda ha dimostrato come un solo giocatore possa tenere in apprensione un'intera difesa, soprattutto se composta da giocatori non abituati a calcare certi palcoscenici (il solo Constant aveva mai sfidato il Barcellona o Real Madrid, detto tutto). Samba e Douglas non sembrano giocatori in grado di fermare il Pipita, se poi ci aggiungiamo la qualità che possono fornire Gabbiadini, grande acquisto il suo (come già detto nell'articolo riguardante il mercato), Mertens, Callejon e un ritrovato Hamsik, bhè a Napoli possono ben sperare di arrivare ai quarti. E chissà, magari riportare a Napoli una coppa europea che manca dai tempi di Maradona. Decisamente troppo.

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