Dada Pascolo, la grandezza della semplicità

Non sono un esperto, ma un semplice appassionato. Non aspettatevi quindi una grande analisi tattica dei suoi movimenti, non aspettatevi che riesca a trovare una spiegazione tecnica all'impatto avuto nelle ultime uscite di Eurolega. Non ne sarei capace e scriverei unicamente per sentito dire o recuperando opinioni quà e la nel web, cercando di mettere insieme un pensiero logico.
Voglio però lodare un giocatore, a detta di tutti, normale, per certi versi anche poco ergonomico ed elegante, ma che sta strabiliando Milano e l'Europa per la sua semplicità. Pete Seeger, cantautore americano scomparso nel 2014, ricordava spesso che "Qualsiasi sciocco può fare qualcosa di complesso; ci vuole un genio per fare qualcosa di semplice".
Dada Pascolo credo rientri appieno in questa categoria. Dei giocatori che non hanno bisogno di strafare per fare ed essere tremendamente efficace. Pascolo non è un fenomeno, penso di non offendere nessuno affermando ciò, ma è un giocatore con le palle quadre, con un'abnegazione incredibile e l'umiltà per "abbassare il sedere in difesa", cosa che piace a qualunque allenatore, e prendersi solo i tiri necessari in attacco. Ha un grande QI cestistico, legge la situazione e sfrutta i miss match a suo favore. Non è grosso quanto i lunghi europei? Non importa è più veloce e più mobile sulle gambe e ha braccia infinite che gli permettono di andare comunque a contendersela a rimbalzo, offensivo o difensivo che sia. Nelle ultime uscite europee di Milano tutti i lunghi avversari, citofonare Birch per informazioni, hanno sofferto la sua mobilità e la sua capacità di rendersi immarcabile con finte e virate sul piede perno sotto canestro, senza però rifiutare il tiro da 3, quando necessario. Come quello fondamentale quasi sulla sirena di fine terzo quarto contro l'Olympiakos, con successiva corsa dando il cinque a tutti i tifosi in prima fila. Con quelle braccia poteva anche abbracciarli tutti insieme, ma non ha voluto esagerare.

Era arrivato come uno di quei giocatori importanti in campionato, come Fontecchio e Abass, per far rifiatare compagni ben più quotati dopo le fatiche europee. Alla fine tutti e tre gli italiani si stanno dimostrando importantissimi, sono la scintilla che da animo a Milano nei momenti difficili, sono quei ragazzi i primi a difendere forte, per dimostrare che ogni minuto a loro concesso è ben speso. Non hanno paura di prendersi le loro responsabilità.
Pascolo era un bellissimo bruco che in una notte importantissima, quella che forse potrebbe essere cerchiata come la notte della svolta, è uscito dal suo bozzolo ed è definitivamente diventato farfalla. L'Olympiakos è stato matato anche grazie ai suoi 15 punti in 17 minuti, 4/5 dal campo e 4/4 ai liberi, ruolino macchiato solo da un errore dalla lunga distanza (1/2). 25 di valutazione grazie anche a 6 rimbalzi, di cui la metà in attacco, 3 assist e una palla recuperata.
E una settimana dopo ha replicato, sempre al Forum davanti al suo pubblico. Un secondo tempo meraviglioso. Ha pagato come tutta la squadra i primi due quarti di difficile lettura, ma da metà del terzo periodo, con Milano sotto anche di 25 ha allargato le braccia e iniziato a volare. Altri 15 punti in 25 minuti di impiego, ma sarebbe più corretto dire che la partita del numero 14 è iniziata a 2 minuti dalla fine del terzo quarto. 15 punti in 12 minuti. A 2'16" dalla penultima sirena ha messo i primi due punti della sua partita, quelli del 53-73, quelli del -20. Da lì in poi ne ha messi altri 5, sbagliandone uno solo. Diventando un fattore della rimonta Olimpia. Diventando un fattore, come sette giorni prima.

 Davide Pascolo da Udine, transitato da Trento prima del grande salto, è l'esempio di giocatore che andrebbe mostrato a tutti coloro che si avvicinano al basket. Troppo facile mostrare i fenomeni americani o il campioncino Luka Doncic. Quelli fanno cose per pochi eletti. La pallacanestro che andrebbe insegnata è quella fatta di letture, tagli, movimenti e passaggi. Sempre alla ricerca della cosa più semplice, che spesso corrisponde alla più intelligente. Nel basket come in tutti gli sport. E bisognerebbe mostrare le sue partite perchè non molla mai, ha coraggio, spirito di sacrificio e voglia, tanta voglia, di sporcarsi le mani per la squadra. Così si fa volere bene dai compagni e dai tifosi. Poche parole e tanti fatti. Tantissimi fatti. Perchè con quelle braccia montate al contrario non potrà volare, ma poco ci manca.


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About Matteo Vismara

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