Che ne sarà della Serie A (e di tutto il calcio italiano)
Che ne sarà della Serie A, questo è il quesito che si chiedono in tanti in Federazione e il Lega Calcio.
E' un argomento lontanissimo da quelli che sono gli interessi attuali del paese, concentrato a combattere sul terreno più importante: quello della salute personale.
Ma ovviamente, il mondo del calcio, non solo quello italiano, sta cercando di trovare l'opzione giusta per arrivare pronti quando sarà il momento di ripartire.
Le possibilità sono sostanzialmente due sul tavolo: ripresa e conclusione del campionato o sospensione dell'attuale stagione sportiva.
Ripresa del campionato-
E' l'opzione idealmente preferita da tutte le società, se non altro perchè significherebbe un ritorno alla normalità e alla sicurezza sanitaria italiana, ma al momento è anche quella meno praticabile.
Ad oggi non sono minimamente chiare le tempistiche con cui il Covid-19 inizierà a scemare e si inizieranno a ridurre i numeri del contagio. E questo è un discorso valido per tutto il panorama europeo ed è il fattore primario che ha portato al rinvio degli Europei, della Copa America e delle Olimpiadi al 2021.
Ma in qualche modo, finchè la UEFA crede nella possibilità di portare a termine Europa League e Champions League, anche le Federazioni sono legittimate a crederci.
Le perdite che causerebbe la non conclusione del campionato sarebbero elevate, ecco perchè riuscire a portare a termine la stagione sportiva piacerebbe a tutti, anche se sempre di più sta andando a crearsi una spaccatura in seno alla Lega Calcio con diverse società che spingono per la sospensione del torneo e il conseguente congelamento dei risultati sportivi.
E questo è vero il pomo della discordia, come comportarsi per quanto riguarda qualificazioni alle coppe, ma soprattutto retrocessioni e conseguenti promozioni dalla Serie B.
Finchè non sarà chiaro le modalità con cui si pensa di procedere ci sarà sempre una parte delle società che spingerà per giocare e mantenere la categoria o provare una rincorsa europea interrotta a 12 giornate dalla fine.
La data ultima per riuscire a completare la stagione, secondo la Lega, sarebbe il 9 maggio, così da poter concludere tutto entro il 30 giugno, data in cui scadranno gli accordi sportivi della stagione 2019/2020. A meno che non possa esserci una deroga, di massimo 20 giorni, da parte della UEFA per il prolungamento degli accordi in essere e della stagione così da portarla a suo compimento.
Ma al momento sembra assai complesso riuscire a stabilire con una buona approssimazione le date per la ripresa non solo del campionato, ma anche degli allenamenti, questione fondamentale visto che le squadre sono ferme praticamente da un mese.
Sospensione della stagione sportiva 2019/2020-
Al momento l'opzione più probabile e, forse, quella che trova anche più concordi i fruitori del prodotto calcio: i tifosi. Oggi la mente è altrove, il calcio è l'ultimo dei pensieri.
Ora c'è però sul tavolo, come anticipato precedentemente, la questione legata, soprattutto, alle retrocessioni. Nessuna società ci sta a vedersi retrocessa con 25 o 26 partite giocate e poco meno di un terzo di campionato ancora da giocare. Anche perchè un'eventuale retrocessione sarebbe facilmente impugnabile al Tribunale dello Sport e non è detto che il tutto potrebbe concludersi in tempi brevi. A partire da qui l'idea del congelamento delle retrocessioni. Congelamento che coinvolgerebbe a cascata tutti gli altri campionati, trovando però un enorme punto di domanda: le promozioni?
Dalla Serie B in giù nessuna delle società di vertice ci sta a rinunciare alla promozione, soprattutto le prime della classe che stavano dominando i rispettivi campionati (Benevento in Serie B, Monza, Vicenza e Reggina in Serie C). Per non scontentare nessuno, ecco l'idea di congelare solo le retrocessioni, ma non le promozioni, facendo salire la Serie A a 22 squadre, le 20 di questa stagione con l'aggiunta di Benevento e Crotone, con buona pace del Frosinone di Nesta che se avessero interrotto il campionato cadetto una giornata in anticipo sarebbe stato davanti alla squadra calabrese.
Una Serie A a 22 squadre porterebbe una Serie B a 23, motivo per cui De Laurentiis spinge per far salire anche il suo Bari, che al momento è la miglior seconda, ma con solo 5 punti e 3 partite in più della Reggiana, la seconda con la miglior media punti dei tre gironi di Serie C.
Ma quanto potrebbe reggere un calendario, già oggi ipercongestionato, 2020/2021 con quattro giornate in più e che avrà la necessità di terminare entro metà maggio 2021, causa Europei?
La prima risposta è "non può".
Effettivamente una Serie A che arriva a 42 giornate rischia di dover giocare più giornate in infrasettimanale e non c'è nemmeno la possibilità che arrivi un aiuto dalla UEFA e dalla FIFA, nel 2021 dovrebbero iniziare anche le qualificazioni ai Mondiali in Qatar.
Vero che la Coppa del Mondo non si giocherà a giugno, ma a novembre e che si può spostare più in là l'inizio delle qualificazioni, ma pare inverosimile che si possano eliminare le due soste nazionali previste per settembre e ottobre 2020 per dare più continuità ai campionati. Si potrebbe fare nuovamente un passo indietro, rimettere a calendario il Boxing Day e la partita di fine anno, dando come riposo solo la giornata dell'Epifania.
Ma sono tutte congetture dettate da una situazione tutt'altro che chiara del nostro mondo sportivo.
Ci sarebbe poi un ultimo punto che non è stato ancora trattato: in caso di sospensione, come si decidono le squadre che faranno le coppe europee?
Il campionato si è interrotto alla 26esima giornata, tutte le squadre hanno giocato almeno 25 partite, ma l'ultima giornata giocata integralmente è la 24esima e che quindi vedrebbe Juventus, Lazio, Inter e Atalanta in Champions League, Roma e Milan ai gironi di Europa League e Hellas Verona ai preliminari di Europa League con il Milan che a parità di punti supererebbe Hellas e Parma la classifica avulsa degli scontri diretti e con i ducali che sarebbero beffati, così come il Napoli che rimarrebbe fuori dalle prime 8 posizioni e dovrebbe quindi non solo rinunciare all'Europa, ma anche iniziare la Coppa Italia con due turni d'anticipo a fine agosto.
Qualunque decisione verrà presa troverà qualcuno scontento e soprattutto non avrà il pieno appoggio di tutte le parti. L'utopia, ovviamente, sarebbe quella di poter tornare a giocare e di concludere i campionati, la speranza è che chi dovrà decidere le sorti del Calcio Italiano lo faccia nel miglior modo possibile, pensando alla stagione 2020/2021 come uno step intermedio per migliorare il sistema, considerando, perchè no, di passare in un triennio da 22 a 18 squadre in campionato, come più di qualcuno suggerisce da tempo.
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