Torniamo a casa con la delusione che provi quando sai che potevi andare avanti, che dopo la partita contro gli inglesi la strada era in discesa. Torni a casa sapendo che mezzo Mondiale lo hai perso nelle qualificazioni perdendo la possibilità di essere testa di serie e che l'altro mezzo lo hai perso contro il Costa Rica, che correrà molto più di noi è vero, avrà pure battuto l'Uruguay e pareggiato con l'Inghilterra, ma è pur sempre il Costa Rica! (con tutto il rispetto non Brasile o Argentina).
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Ecco il tweet con richiesta di bacio regale |
Da lì in poi nulla doppia sconfitta 1-0 e si torna a casa con solo due gol segnati in tre partite e scriviamo un nuovo, negativo, record: usciamo ai gironi per due Mondiali consecutivi. Mai successo nella nostra storia.
Poco importa che arrivavamo da vice campioni europei in carica, poco importa che anche la Spagna, vittoriosa contro di noi in quel di Kiev due anni fa, sia tornata a casa dopo tre giornate, triturata da Olanda e Cile.
Ora però non bisogna farsi prendere dal disfattismo tipico dell'Italia calciofila. Anche quattro anni fa uscivamo con le ossa rotte dal Mondiale, salvo poi ritrovarci tutti insieme a tifare fino alla finale di Euro2012. Giusto incolpare Balotelli del nostro fallimento offensivo, perchè è la nostra punta di diamante, o almeno dovrebbe esserlo. Ma non di soli Balotelli è composta la nostra Nazionale.
Le scelte di Prandelli, già dalle convocazioni, hanno lasciato perplessi: perchè non portare Rossi se la Nazionale era costruita sulla coppia Rossi-Balotelli? Perchè rinunciare ad un'altra punta come Destro o, ancor prima, Gilardino per portare Insigne, che non aveva mai visto la maglia azzurra, se non hai idea di schierare un tridente? Perchè accettare la rinuncia di Romulo, anche se è uno dei pochi che poteva avere gamba? Perchè portare solo tre terzini di ruolo, di cui due hanno giocato poco, e male, nell'ultimo bistrattato Milan? Perchè cambiare formazione tra la partita con gli inglesi e quella con i costaricani? Perchè lasciare fuori Verratti che si era dimostrato tra i migliori con l'Inghilterra? Perchè non puntare ancora su Candreva, che poteva aprire spazi importanti con la sua corsa?
Ma lo sappiamo, ognuno potrebbe avere una domanda da fare al CT dimissionario, ognuno durante i Mondiali diventa irrimediabilmente allenatore e ne capisce, almeno a suo dire, più del commissario tecnico.
Però la svolta italiana sta proprio nelle ultime novità: le dimissioni irrevocabili, a loro dire, di Abete e Prandelli. Un cambio generale in sella alla Federcalcio e alla nostra Nazionale.
Una svolta che può far partire un nuovo progetto. L'addio di Pirlo alla causa azzurra insieme a quello, a questo punto probabile, di Buffon fa fuori in un colpo solo quasi tutti i Campioni del Mondo 2006. Di quel gruppo straordinario rimarrebbero solo Barzagli, per ovvia mancanza di ricambi all'altezza, e De Rossi, che nonostante tutto ai Mondiali non ha mai fatto granchè, se non segnare nella serie di rigore finale contro la Francia a Berlino.
Qualche giovane già pronto c'è, come Darmian e De Sciglio, biosgna provare a recuperare ancora Balotelli, perchè, comunque si voglia guardare, è uno dei pochi talenti che ancora ci resta, bisogna sperare che le avventure europee possano far crescere Immobile e prepararlo per le prossime qualificazioni.
Ma bisogna soprattutto puntare sul made in Italy, bisogna cercare di far ripartire il nostro calcio dalla base, dai club che sempre di più ormai si trovano ad essere solo squadre ostiche della periferia nel panorama calcistico europeo. La rifondazione del calcio italiano deve obbligatoriamente partire da un potenziamento e un miglioramento del nostro campionato e di una crescita delle nostre prestazioni nel continente. Solo così il calcio italiano potrà ripartire.
Al prossimo presidente FIGC e al prossimo allenatore azzurro, corsa a tre Allegri-Mancini-Spalletti, l'arduo compito.
Per non partire mai più sorridenti e festanti e tornare a casa, in lacrime, sempre troppo presto.
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Mario Balotelli su Instagram, con Immobile e Insigne alla partenza per il Brasile. Sono già di ritorno. |
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