Milano e i soliti (noti) problemi

L'Olimpia Milano torna a casa da Siena con una doppia sconfitta e con la serie di finale in perfetta parità. Un 2-2 che deve suonare come un importante campanello d'allarme per coach Banchi e i suoi collaboratori, vista soprattutto la qualità di gara 1 e 2 e viste le condizioni in cui la squadra arrivava al Palaestra di Siena.

I problemi che Milano ha avuto nelle due gare esterne sono quelli che hanno caratterizzato un po' tutta la serie di playoff, a partire dallo scontro con Pistoia e passando poi alla sfida con Sassari.
Con i toscani, la serie si è decisa, 3-2, a gara 5 al Forum dopo che Milano era riuscita a farsi rimontare il 2-0 iniziale. Con Sassari, invece, è stata una serie particolare perchè il fattore campo è saltato cinque volte su sei nella serie, con i sardi due volte vincenti ad Assago e i lombardi vincenti sempre sul campo del Banco di Sardegna.

Ma ciò che è evidente sono i passaggi a vuoto della squadra, che in certi momenti sembra mancare di concentrazione. Non sembra essere un caso il fatto che, considerando solo i parziali, Milano abbia quasi sempre perso il terzo quarto, in uscita dall'intervallo lungo quindi.
Spesso un ampio vantaggio all'intervallo lungo è stato recuperato dagli avversari, che incredibilmente si trasformano tutti in macchine da triple.
Se si caricano di falli difensori come Hackett e Moss, l'Olimpia ha notevoli difficoltà nell'uno contro uno e nella difesa sul perimetro e questa è stato il filo conduttore di tutte le sconfitte milanesi: un blackout difensivo che faceva rientrare gli avversari e gli dava coraggio.
Con Maccabi in Eurolega, gara 1 è stata persa in un "amen", nel quarto quarto; gara 4 è stata persa nel secondo tempo, dopo aver chiuso in vantaggio alla sirena dell'intervallo lungo.
Con Sassari i biancorossi hanno rischiato di perdere una partita, gara 3, che dopo i primi due quarti sembrava indirizzata e invece è stata portata a casa solo dopo un supplementare.

L'Olimpia deve stare attenta perchè Siena, proprio come Sassari, dispone di una nutrita schiera di tiratori dall'arco dei 6,75 metri e in più ha mandato più volte in tilt la difesa sul pick 'n roll centrale, soprattutto a causa della difesa molto alta portata dal centro che va in aiuto del bloccato, lasciando liberissima l'area.
Siena arriva da 7 scudetti consecutivi e sa come si vince e le due partite in casa hanno solo rafforzato le convinzioni di questa squadra.

Ma Banchi, da grande allenatore quale è e soprattutto da notevole conoscitore di basket, sa anche che deve ripartire da ciò che di buono si è visto fino ad ora nella serie. L'asse Gentile-Samuels, dominante per tutta la stagione, in queste finali può diventare l'arma in più per l'Armani, visto che l'ex Cleveland ha centimetri e chili in più rispetto a qualunque altro centro senese. La vena creativa di Curtis Jerrells è a livelli mai visti e se gli viene permesso di scaldarsi potrebbe segnare da qualunque posizione. Gentile e Langford si sono dimostrati, se ce ne fosse ancora bisogno, grandissimi attaccanti con tanti punti nelle mani e tanti potenziali falli subiti.
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