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I risultati del martedì di qualificazioni/Twitter |
E così fanno scalpore le crisi di Olanda, ferma a 3 punti dopo 3 partite, e Germania, un punto in più degli Oranje con lo stesso numero di partite. Le due squadre che hanno tenuto alto il nome europeo negli ultimi mondiali, le nazionali che hanno occupato il primo e il terzo gradino del podio mondiale sembrano appagate e senza più quella cattiveria agonistica che le ha contraddistinte.
I tedeschi stanno pagando lo scotto degli addii di giocatori carismatici come Lahm e Schweinsteiger, fondamentali negli ultimi 3 Mondiali, mentre l'Olanda non ha ancora assimilato il gioco di Guus Hiddink, tornato sulla panchina della nazionale dei tulipani dopo l'addio di Van Gaal (che non sta facendo tanto meglio al Manchester United).
Ma queste non possono essere scusanti valide per due superpotenze del calcio europeo e mondiale. I tedeschi, dopo la sofferta vittoria contro la Scozia (2-1), sono crollati in Polonia contro una delle nuove nazionali emergenti (2-0) e si sono fatti raggiungere al 94' dal veterano irlandese, con un passato allo United, O'Shea.
Peggio ha fatto l'Olanda crollata in Repubblica Ceca alla prima (2-1), vittoriosa in rimonta in casa contro il Kazakistan (3-1) dopo essere rimasta per quasi un'ora sotto nel punteggio e nel gioco, e schiantata in Islanda (2-0) dalla formazione migliore in Europa al momento.
Per gli attenti osservatori del calcio europeo gli exploit di Islanda, Rep. Ceca, Polonia, Galles, Slovacchia e Irlanda non sono dei fatti fuori contesto. Queste nazioni hanno iniziato a riportare i loro migliori giocatori fuori da confini nazionali e il miglioramento del movimento è evidente.
Più sorprendenti forse l'Irlanda del Nord a punteggio pieno e la Norvegia sconfitta solo dall'Italia nelle prime tre giornate, ma anche qui parliamo di movimenti in forte crescita.
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Il giocatore più giovane di sempre in Nazionale/Twitter |
E allora sembra più che lungimirante la scelta di Platini di aumentare il numero di partecipanti all'Europeo fino a 24 (dalle 16 delle precedenti edizioni).
Se le crisi di Germania e Olanda sorprendono tutti, chiedete in Spagna come si sentono dopo aver perso in Slovacchia e dopo che l'Under 21, campione europea di categoria in carica, non parteciperá al prossimo Campionato Europeo. Va peggio a Fabio Capello che, dopo il pareggio 1-1 con la Moldova, é stato convocato dal ministro dello sport russo che immaginava ben altra crescita per la nazionale che ospiterá i mondiali 2018.
Sarebbe peró sbagliato parlare di abbassamento della qualità delle big europee, perché all'ultimo mondiale si é visto il contrario. Si può, a ragion veduta, parlare di allargamento dei confini del calcio che conta. La presenza in Champions di squadre di nazioni mano blasonate, seppur personalmente non mi trova d'accordo, sta permettendo una maturazione molto più rapida dei giovani che danno nuova linfa all'Europa emergente.
Il primo decennio del 2000 é stato segnato dall'inserimento violento dei paesi ex URSS nel panorama calcistico. (Ucraina nel Mondiale 2006 e gli Europei in Polonia e Ucraina nel 2012 e la Slovacchia che ci butta fuori nel 2010 sono gli esempi piú calzanti)
Nel secondo decennio invece stanno prendendo sempre piú spazio i paesi ex Jugoslavi e quelli, come Galles, Belgio e Islanda, che hanno iniziato a fine secolo scorso un processo di riforma totale dello sport nel paese giá a partire dalle scuole.
La tradizione conta, ma chissá che nel 2016, in un Europeo itinerante, per le fasi finali in Francia non si presenti anche qualche squadra che fino a pochi anni fa non compariva neanche nella mappa calcistica del nostro continente.

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