Focus: David Luiz

David Luiz a Parigi/Twitter
E' stato il difensore più pagato di sempre nella storia del calcio, è stato uno dei giocatori prima più lodati e poi più criticati del Mondiale brasiliano, di lui si è detto praticamente di tutto.
"Se Mourinho lo lascia partire un motivo ci sarà" il commento che ha accompagnato il suo trasferimento da Londra a Parigi.
Il motivo si chiama denaro, quello offerto dal presidente dei francesi a Roman Abramovich, numero uno dei blues. 50 milioni che in tempi di crisi fanno comodo anche ad un petroliere come il russo.

E così David Luiz, soprannominato Telespalla Bob (riprendendo il crudele personaggio dei Simpson), ha preso la strada per la capitale francese, così da aumentare la colonia brasiliana in difesa della porta del nostro Salvatore Sirigu. David Luiz, Thiago Silva, Marquinhos e Maxwell questa è il gruppo di difensori che calcano i campi di Francia a ritmo di samba nel tentativo di blindare la porta parigina.
Luiz ha così avuto modo di ritrovare il giocatore con cui si è espresso meglio in assoluto, quel Thiago Silva che ha guidato i movimenti difensivi del connazionale anche al Mondiale fino al tracollo con la Germania, quando il numero 3 era squalificato.
Il problema del ricciolone è proprio quell'anarchia tattica che contraddistingue buona parte dei difensori brasiliani, nella mente degli interisti torneranno rapide in mente le discese, spesso sconsiderate, di Lucio, sempre egregiamente coperto da Walter Samuel.
Questo forse il motivo per cui un allenatore intelligente come Josè Mourinho ha deciso di liberarsi di Luiz, il suo non poter giocare come difensore centrale, ma di necessitare di una posizione leggermente più avanzata, da mediano, egregiamente occupata da Matic nel Chelsea odierno.

Ma ciò che interessa maggiormente, a chi scrive, di David Luiz è la sua raffinatissima tecnica, la sua capacità di lanciare i compagni anche per 30/40 metri e soprattutto tirare punizioni velenosissime, anche da distanze siderali, in maniera completamente diversa rispetto agli specialisti dell'ultimo ventennio.
Roberto Carlos tirava con le ultime tre dita del piede, conferendo al pallone una potenza ed un effetto che non hanno ancora trovato eguali.
Sinisa Mihajlovic con il suo sinistro fatato cercava sempre traettorie che concludevano la loro corsa all'incrocio dei pali, preferendo quasi sempre la precisione alla potenza pura.
Juninho Pernambucano ha fatto della punizione a foglia morta, quella a scendere oltre la barriera, il suo marchio di fabbrica, imitato e migliorato dall' "ascensore" di Andrea Pirlo. Una punizione ingannevole e fatale per i portieri avversari.
Francesco Totti e Mario Balotelli cercano molto spesso la cosiddetta "fucilata" per cercare la rete, a discapito della precisione che, soprattutto nelle conclusioni del 45 del Liverpool, tante volte non è delle migliori.

David Luiz invece colpisce il pallone in modo differente. Con il piatto destro, ma senza cercare un effetto particolare, quasi ad utilizzare la sua gamba come una mazza da golf. Sembra quasi che dal ginocchio alla caviglia, prima dell'impatto con il pallone, il suo corpo si blocchi per poi dare alla palla una strana traettoria dritta, ma che scende all'improvviso senza dare al portiere la possibilità di comprendere il moto del pallone.

Il suo modo di calciare è difficilmente imitabile e gli permette anche lunghissime gittate come il gol segnato contro la Colombia ai Mondiali.

E questa abilità è una delle grandi qualità che fanno piacere il difensore brasiliano al sottoscritto.
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