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Il Cholo osserva i suoi in allenamento/Twitter |
Quella squadra era l'Atletico Madrid, in arte Atletì, soprannominati Colchoneros, materassai appunto, non per i risultati sul campo, ma per le maglie a righe verticali rosse e bianche che tanto ricordavano la foggia dei materassi. Proprio per il possibile riutilizzo dei materassi era nata la scelta dei colori sociali nel lontano 1912.
L'Atletico nasce prima, nel 1903, ma in partenza si decise di utilizzare i colori della bandiera basca, perchè nella mente di un nutrito gruppo di studenti baschi l'Atletico doveva essere una squadra satellite dell'Athletic, quello di Bilbao.
L'Atletico nella sua storia di campionati ne ha vinti dieci, compreso l'ultimo, e aveva raggiunto già una finale di Champions League, allora Coppa Campioni, prima della partita del maggio scorso.
Non era una squadra perdente quando è nata e non lo è ora, ma nei diciotto anni precedenti allo scudetto di maggio e nei quindici che hanno anticipato l'arrivo del Cholo Simeone, vero uomo in più della squadra, il gioco espresso dai biancorossi a tratti è sembrato particolarmente deludente e ha dovuto subire il duopolio Barcellona-Madrid (la parte regale ovviamente), con l'intrusione del grande Valencia di Cuper, capace di vincere una Liga e arrivare in finale di Coppa Campioni, praticamente quindici anni fa.
Ma con l'arrivo del tecnico argentino è arrivata la svolta per la squadra da sempre considerata la seconda di Madrid, soprattutto perchè i blancos sono la squadra regal. Sono arrivate un Europa League, una finale di Champions, persa per questione di minuti, e, soprattutto, una Liga straordinaria perchè dominata con la consapevolezza di essere inferiori nelle qualità, ma con un cuore enorme e con la garra (l'intensità, la voglia di metterci la gamba) tipicamente argentina che Simeone ha trasmesso ai suoi.
Non sarà una squadra bella da vedere, ma i materassai che scendono in campo, sono sempre difficili da affrontare, quadrati e ben arroccati in difesa e letali in ripartenza. A Nereo Rocco e a Trappattoni fischieranno le orecchie, ma la capacità tattica di Simeone lo ha portato a saper coniugare il tipico catenaccio all'italiana con una fase offensiva e di ripartenza degna di Real e Barcellona.
Partono ancora una volta come underdog nonostante siano i Campioni di Spagna in carica, si sono rafforzati nonostante le partenze di Diego Costa e Courtois. La capacità dei dirigenti di operare sul mercato è incredibile e al resto ci pensa il grande lavoro di Diego Pablo Simeone.
Sabato per loro arriva il derby, il settimo negli ultimi dodici mesi, e l'Atletì è chiamato a dimostrare di poter stare in alto e lottare con le due superpotenze del calcio iberico anche in questa stagione.
D'altronde Iker Casillas in diciotto anni non aveva mai perso un derby giocato, è caduto nel ritorno della Supercoppa, facendo crollare uno dei più lunghi record di imbattibilità nelle stracittadine all over the world.
Le premesse ci sono tutte, per farsi coraggio e innervosire gli avversari Simeone e capitan Gabi, hanno lodato Angel Di Maria, ceduto al Manchester Utd poche settimane fa, come il giocatore più forte che il Real avesse. Difficile dargli torto visto quanto è stato decisivo l'argentino nella finale di Lisbona.
I pronostici della partita del Bernabeu sono tutti per la compagine di Ancelotti, ma ancora una volta i materassai, diventati dei duri proveranno a fare lo scherzetto ai vicini coronati.
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