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Il team Djokovic alla festa finale/Twitter |
Lo spettacolo è riuscito grazie anche al padrone di casa Roger Federer che ha mostrato ancora una volta la sua grande classe e la sua voglia di rimanere ad alti livelli a combattere punto a punto con i migliori, con quelli che a giro hanno occupato il suo trono, quello di numero 1 del mondo.
Una finale pesantissima e dispendiosissima, forse più a livello mentale che fisico, anche se 4 ore abbondanti si fanno sentire anche sulle gambe e sulle braccia di giocatori del genere.
Io ho tifato per il Re, ho sperato che The King of the All England Club potesse trionfare un'altra volta a casa sua, davanti a un pubblico incredibile, che lo ha incoraggiato dall'inizio alla fine, perchè ormai innamorato di questo svizzero, che ha il tipico "charme" anglosassone.
C'è stato un momento, durante il quinto set, in cui ho creduto che ce l'avrebbe fatta, erano giorni che pensavo al titolo migliore da mettere per la vittoria di Sir Roger e alla fine avevo deciso che "Il Ritorno del Re" sarebbe stato perfetto. Mi perdoni Tolkien la citazione forse inappropriata.
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Beckham e consorte a Wimbledon/Matteo Vismara |
Mi spiace solo che del momento più importante del match abbia l'immagine dove sono inquadrati David Beckham e consorte, ma loro erano solo due dei tanti volti noti, sugli spalti del centrale di Wimbledon per questa grandissima
finale.
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Djokovic con la moglie al gala finale /Twitter |
Il suo allenatore Boris Becker ha continuato a urlargli dal suo box e ha esultato come un matto dopo ogni punto del suo ragazzo.
Ma la vittoria di Nole arriva dalla consapevolezza di aver giocato una partita lunghissima non in eccelse condizioni e allora gli ultimi game rappresentavano l'ultimo sforzo, bisognava lanciarsi oltre l'ostacolo e mettere un freno a Roger, che ha lottato e si è battuto come un leone prima di capitolare.
Il fatto che la partita si sia chiusa con un game perso da Federer penso che sia simbolico. La resa è arrivata dalla sua racchetta e dal suo braccio.
Ha giocato un tennis celestiale per tutto il torneo, si è disfatto degli avversari senza faticare troppo ed è arrivato alla finale avendo giocato quasi 3 ore in meno del serbo. Ma alla fine non è bastato per rialzare il trofeo da lui tanto amato.
Ma questa finale regala un doppio, non troppo sorprendente, verdetto: Djokovic torna numero 1 ATP, mentre Roger torna e basta, se mai se ne era andato, dimostrando ancora una volta, se ce ne fosse ancora bisogno, che c'è ancora tempo per il suo pensionamento.
Welcome back King Roger!
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