Tra Tavecchio ed Albertini non dovrebbero esserci dubbi

Ancora non si sa il nome del prossimo CT della Nazionale Italiana, che avrà il compito di ricostruire dalle macerie dell'Italia Prandelliana, ma soprattutto ancora non si sa il nome di chi dovrà sceglierlo.
Compaiono sul web le prime maglie di Opti Poba

Immediatamente, dopo le dimissioni di Abete nel post Mondiale, si è alzata la candidatura di Carlo Tavecchio, presidente della Lega Nazionale Dilettanti dal 1999 e vicepresidente vicario in FIGC dal 2009.Il pedigree del dirigente dovrebbe essere sinonimo di competenza e capacità, invece pochi giorni fa un'uscita infelice, particolarmente infelice per la verità, ha rimesso tutto in discussione."L'Inghilterra rispetto a noi è un'altra cosa: individua dei soggetti che possono entrare in base alla loro
professionalità. Da noi invece arriva 'Opti Pobà', che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio".
 
Queste le parole hanno tagliato l'aria e sconcertato il mondo del calcio e il mondo giornalistico. La candidatura di Tavecchio, ancora forte e ancora favorito, in Inghilterra sarebbe immediatamente caduta per manifesta impossibilità di guidare la Federazione. Invece in Italia questo signore rimane il principale candidato per sostituire Abete, nonostante la candidatura di Demetrio Albertini attuale vicepresidente FIGC e che probabilmente non rimarrà al suo posto in caso di elezione del suo avversario.
Paolo Condò, giornalista Gazzetta dello Sport/Twitter



Io sono convinto che tra Tavecchio ed Albertini non debba neanche esserci dubbio su chi deve avere la responsabilità di guidare il nostro movimento calcistico in uno dei momenti più complessi dal post Calciopoli.
Albertini dal suo ingresso in Federazione ha portato una ventata di novità e di rinnovamento ed il sostegno alla sua candidatura da parte di AssoAllenatori e AssoCalciatori è la dimostrazione di come chi vive sul campo abbia illimitata fiducia nei confronti di un ex giocatore che ha sempre mostrato le sue qualità e le sue capacità anche sul campo da gioco. Il fatto che già in campo venisse soprannominato Il Metronomo o Il Cervello, dimostra le grandi doti organizzative che l'ex numero 4 rossonero aveva già sul rettangolo verde.
La sua esperienza a Barcellona a fine carriera non ha fatto altro che aumentare le sue competenze e permettergli di incontrare altre modalità organizzative federali.

Non credo sia un caso che alcuni tra i migliori allenatori e dirigenti attualmente in Italia, abbiano lavorato all'estero. L'incontro con altre Federazioni e organizzazioni calcistiche possa solo permettere ai giocatori di crescere e aumentare le loro competenze e capacità. L'incontro con il calcio straniero aumenta l'apertura mentale degli addetti ai lavori e li porta a riproporre in Italia ciò che di ottimo c'è nelle altre Federazioni.

Per quanto possa valere il mio giudizio, io non ho dubbi: Albertini adesso e senza discussioni!


Maurizio Crosetti, giornalista Repubblica/Twitter


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