Ucraina, iniziano ora i problemi sportivi

È da inizio estate che la Russia rivendica il passaggio delle regioni più orientali dell'Ucraina, sotto la bandiera biancorossoblu e le rivolte popolari non hanno fatto altro che alimentare il fuoco della disputa tra i due ex stati cardine dell'URSS.
L'abbattimento dell'aereo malese che stava sorvolando l'autoproclamata Repubblica di Donetsk è solo l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso della paura e della sicurezza di tutti i giocatori non ucraini che giocano nel paese.

E così ci si prepara ad una vera e propria diaspora da Donetsk, città a pochi chilometri dal confine russo e situata in una regione in cui gli scontri sono particolarmente accesi.
Per la sicurezza dei propri giocatori lo Shakthar ha deciso di spostare la sua sede in altre città ucraine, come la capitale Kiev o probabilmente Kharkiv. Tutto ció non è bastato a convincere i giocatori arancio-neri, con i brasiliani, tutti assistiti da Kia Joorabchian (non un caso), che dopo un'amichevole in Svizzera hanno deciso di non tornare in Ucraina.
È successo diverse volte nella storia del calcio che qualche giocatore ai rifiutasse di tornare in ritiro o con la squadra, Tevez a gennaio 2011 e Filipe Luis questa estate sono i casi più eclatanti, ma mai è successo che, per paura, un blocco della squadra decidesse di non tornare.
Il presidente della squadra di Donetsk ha promesso punizioni esemplari per quei giocatori definiti sovversivi, ma la verità è che, ormai, in un calcio dove comandano i giocatori e i loro procuratori, questo gran rifiuto rischia fortemente di distruggere la super potenza creata nel tempo dall'allenatore Lucescu e dal presidente Akhmetov. L'allenatore ha addirittura accusato il procuratore di essere un vero mafioso, ma al procuratore iraniano poco interesseranno le accuse delle alte sfere ucraine se dovesse riuscire a far muovere i suoi uomini verso l'Europa o di ritorno in SudAmerica.

E allora attenzione a quella che potrebbe essere una vera e propria fuga da un paese in guerra.
Oltre ai giocatori dello Shakthar, Douglas Costa, la vera stella della squadra, Alex Texeira, Fred, non quello del Mondiale, Facundo Ferreira e Dentinho, anche Miguel Veloso della Dinamo Kiev ha chiesto la cessione, la Fiorentina è interessata all'ex Genoa, Sebastian Blanco e il Papu Gomez, ex Catania, ora al Metalist hanno fatto sapere di non volere nemmeno loro tornare in Ucraina e di voler partire definitivamente.
La crisi politica nell'est Europa rischia fortemente di aumentare o ridurre quelli che sono i divari tecnici nel calcio europeo occidentale.

Il comunicato del presidente ucraino/Twitter
Il Presidente Akhmetov però punta forte su Luiz Adriano, che ha deciso di prendere addirittura la cittadinanza ucraina, e spera che il brasiliano possa convincere i suoi connazionali a tornare nel paese, nonostante la paura per la guerra popolare che non sembra placarsi.

E la promessa fatta su Twitter ai supporter della squadra più ricca dell'Ucraina è che entro poco i dissidenti ricominceranno ad allenarsi con Lucescu, ma siamo sicuri che Douglas Costa o Alex Texeira non forzino la mano per andare all'Arsenal o in qualche altra big Europea?
Il mercato è ancora in evoluzione e se il conflitto non dovesse interrompersi state certi che qualche fuga importante avverrà.


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