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Ma la sconfitta parte da lontano e ha motivazioni più profonde della semplice assenza di Thiago Silva e Neymar, anche se poi il capitano con l'Olanda c'era ed è stato pure graziato.
Il Brasile si è presentato al Mondiale dei Mondiali con la squadra più scarsa di sempre.
L'emblema di questa squadra penso sia la punta centrale. Scolari ha puntato tutte le sue fiches sul suo uomo, Fred, ma la sua giocata si è rivelata un bluff clamoroso, nonostante la grande Confederation Cup dello scorso anno da parte del giocatore della Fluminense.
Quando i verdeoro, usciti malconci dal Mondiale sudafricano, iniziavano a gettare le fondamenta per un nuovo ciclo, in vista solo del Mondiale di casa, la punta centrale parlava italiano. Al centro dell'attacco verdeoro nel 2008 aveva esordito, con gol, quella bozza di campione che era Alexandre Pato. Oggi, a 25 anni, è tornato in Brasile dove sta facendo peggio di quanto fece Ronaldo al suo ritorno al Corinthians.
Nel 2010, considerato troppo giovane, il Papero era stato lasciato a casa e Dunga aveva portato Nilmar e Luis Fabiano, più volte richieato dal popolo brasiliano anche per questo Mondiale, soprattutto vista la convocazione senza senso di Jô.

Per non parlare dell'utilità che avrebbe avuto uno come Kakà all'interno di questo spogliatoio formato da ragazzi con la lacrima facile. Il carisma di un giocatore così sarebbe stato importante, soprattutto perchè peggio di Bernard, abituato a giocare Shaktar-Dinamo Kiev come partita più importante, sarebbe stato palesemente difficile giocare.

Non sembra ci sia la necessità di una risposta. Un detto dice "Più sono grandi e più fanno rumore quando cadono", nonostante tutto il tonfo è stato tremendo. Scommettiamo che in Russia loro se la giocheranno ancora? Magari con la tanto cercata punta centrale.
E tifoso con piccola Coppa del Mondo al seguito, of course!
E tifoso con piccola Coppa del Mondo al seguito, of course!
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