La tragicomica fine del Brasile più scarso di sempre

Brasile-Germania 1-7, Brasile-Olanda 0-3.

Alzi la mano chi mai avrebbe pronosticato una chiusura di Mondiale simile per il Brasile padrone di casa. La caduta di quelli che, da due anni, dovevano essere i futuri campioni è ancor più rumorosa per il fatto di aver giocato in Brasile, in casa propria.

Ma la sconfitta parte da lontano e ha motivazioni più profonde della semplice assenza di Thiago Silva e Neymar, anche se poi il capitano con l'Olanda c'era ed è stato pure graziato. 
Il Brasile si è presentato al Mondiale dei Mondiali con la squadra più scarsa di sempre.

L'emblema di questa squadra penso sia la punta centrale. Scolari ha puntato tutte le sue fiches sul suo uomo, Fred, ma la sua giocata si è rivelata un bluff clamoroso, nonostante la grande Confederation Cup dello scorso anno da parte del giocatore della Fluminense.
Quando i verdeoro, usciti malconci dal Mondiale sudafricano, iniziavano a gettare le fondamenta per un nuovo ciclo, in vista solo del Mondiale di casa, la punta centrale parlava italiano. Al centro dell'attacco verdeoro nel 2008 aveva esordito, con gol, quella bozza di campione che era Alexandre Pato. Oggi, a 25 anni, è tornato in Brasile dove sta facendo peggio di quanto fece Ronaldo al suo ritorno al Corinthians.
Nel 2010, considerato troppo giovane, il Papero era stato lasciato a casa e Dunga aveva portato Nilmar e Luis Fabiano, più volte richieato dal popolo brasiliano anche per questo Mondiale, soprattutto vista la convocazione senza senso di Jô.

Adesso, con la coppa che torna in Europa, ci sarà tempo per i processi agli artefici di questa doppia, tragicomica, figuraccia in mondovisione. Qualunque altra nazionale non ci avrebbe pensato due volte a lasciare libero di trovarsi un altro impiego a Felipao Scolari, in Brasile si tentenna ancora, soprattutto dopo le parole di sostegno di Neymar. Francamente rimane peró impensabile ripartire da un allenatore che ha lasciato a casa gente come i vice campioni europei Miranda e Filipe Luis, a cui sono stati preferiti Henrique e Maxwell, Luis Fabiano, idolo incontrastato della torcida, che dalla panchina avrebbe fatto comodo.
Per non parlare dell'utilità che avrebbe avuto uno come Kakà all'interno di questo spogliatoio formato da ragazzi con la lacrima facile. Il carisma di un giocatore così sarebbe stato importante, soprattutto perchè peggio di Bernard, abituato a giocare Shaktar-Dinamo Kiev come partita più importante, sarebbe stato palesemente difficile giocare.

Ora si puó solo attendere e osservare se dalle ceneri di questo Mondiale, la Nazionale verdeoro riuscirà a rinascere come una fenice o se, per qualche tempo, dovrà accontentarsi del ruolo di sparring partner in attesa di una nuova generazione di fenomeni. 

Non sembra ci sia la necessità di una risposta. Un detto dice "Più sono grandi e più fanno rumore quando cadono", nonostante tutto il tonfo è stato tremendo. Scommettiamo che in Russia loro se la giocheranno ancora? Magari con la tanto cercata punta centrale.
E tifoso con piccola Coppa del Mondo al seguito, of course!
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